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Guardiola ha barcellonificato la Premier. L’ultimo resistente è Dyche: «Il calcio oggi è come le partite dei bambini»

Dal Telegraph. Mai tanti gol in campionato. Il tecnico dell’Everton: «non ci si può più difendere fisicamente, come li tocchi vanno a terra. Alla gente piace così»

Guardiola ha barcellonificato la Premier. L’ultimo resistente è Dyche: «Il calcio oggi è come le partite dei bambini»
Everton's English manager Sean Dyche gestures during the English Premier League football match between Everton and Bournemouth at Goodison Park in Liverpool, northwest England, on May 28, 2023. (Photo by PETER POWELL / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. /

Pep Guardiola vive con il suo Manchester City una crisi di risultati senza precedenti. Eppure, in un articolo di poche ore fa, il The Telegraph decide di analizzarne i pregi a livello generico. Le sue influenze, l’attrattiva che le sue innovazioni hanno avuto nel calcio globale. Punto essenziale della tesi del quotidiano inglese riguarda il numero di gol segnati in Premier League, in enorme crescita (ma non sarà anche che lì vi sono i migliori giocatori? ndr) rispetto agli anni in cui il tecnico in voga era Mourinho o chi per lui.

Guardiola ha “Barcellonificato” persino la Premier League? (The Telegraph)

Di seguito quanto scrive il The Telegraph a riguardo:

Le partite di Premier registrano una media di oltre tre gol per partita. Anche i clean sheet (le squadre che finiscono senza subire reti, ndr) sono in calo: i 157 della scorsa stagione su 380 partite sono il totale più basso dall’inizio della Premier League e 50 in meno rispetto alla stagione precedente.

Tutte le strade portano a Pep Guardiola quando si cerca una spiegazione. Il catalano potrebbe trovarsi nel mezzo della sua prima crisi professionale al Manchester City, ma osservando l’attuale Premier League non può avere dubbi di essere l’architetto del modo in cui oggi si gioca il calcio. Ciò che una volta veniva descritto come la “barcellonizzazione” dello sport ha permeato ogni livello, con allenatori di serie inferiori altrettanto devoti all’idea di portieri con “due piedi sinistri” che fanno passaggi di sei metri quanto lo è Ange Postecoglou del Tottenham Hotspur.[…]

Gli attaccanti della Premier League sono stati meno prolifici tra il 2004 e il 2007. Non è una sorpresa, dato che era l’era di José Mourinho, quando le difese organizzate e compatte erano obbligatorie e il termine “parcheggiare il bus” è entrato nel lessico calcistico. Gli allenatori potevano essere classificati come “Mourinho-lite” per il loro approccio, mentre tentavano di replicare la formula che ha fatto vincere il titolo al Chelsea nel 2005 e 2006. […]

Sempre meno allenatori elogiano i meriti di una squadra impostata con due linee di quattro, e sembra che i tifosi, che pagano più che mai per i biglietti, siano meno tolleranti verso squadre in cui i terzini non sovrappongono regolarmente i loro esterni. Sean Dyche dell’Everton è in qualche modo un’anomalia nella Premier League di quest’anno, dato che la sua squadra eccelle nel mantenere clean sheet – ne ha registrati sette nelle ultime dieci partite di Premier League – ma fatica notoriamente a segnare. Dyche riconosce come il gioco si sia evoluto e conosce le qualità che gli allenatori cercano per migliorare la produttività nelle zone offensive, ma ha a lungo sostenuto che sono coloro con più risorse economiche a potersi permettere il maggiore spirito d’avventura. […]”

Nell’argomentazione, il quotidiano riporta proprio le dichiarazioni del tecnico dell’Everton sul punto:

«Difendere è diventato più difficile. Se tocchi qualcuno ora, cade. I vecchi tempi in cui si poteva essere decisi con un attaccante non esistono più. Questo sicuramente gioca un ruolo. Qualcuno mi ha detto che la nostra partita contro il Chelsea [domenica] sembrava una partita di difesa vecchia scuola. Ho risposto: ”No, questa è la nuova scuola. Non ci sono stati tackle duri né si è fermato fisicamente qualcuno. Si trattava di bloccare le linee di passaggio e lavorare come collettivo. Non puoi più essere fisico. Domenica è stato come una partita di under 10 e ci sono stati 20 falli fischiati contro di noi. Il calcio sta andando in questa direzione e sembra che tutti lo amino.»

 

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