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Il 2024 del Napoli: prima horror e grottesco, poi razionale e intelligente. Conte la miglior scelta possibile

Il secondo semestre ha dimostrato che mettere gli uomini giusti ai posti giusti è sempre un’idea brillante. Il primo lo ha raccontato bene Garcia

Il 2024 del Napoli: prima horror e grottesco, poi razionale e intelligente. Conte la miglior scelta possibile
Mg Verona 18/08/2024 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Antonio Conte-Gabriele Oriali

Il 2024 del Napoli: prima horror e grottesco, poi razionale e intelligente. Conte è stato la miglior scelta possibile

Finisce un 2024 a due facce. Molto simile al 2023 per andamento, anche se a semestri invertiti. L’annata appena trascorsa è stato un Master in Sport Management. Un primo semestre esemplificativo di come non amministrare dei professionisti del mondo dello sport, come non gestire e trattare gli uomini chiamati a guidarli (la recente intervista di Rudi Garcia ha soltanto certificato dinamiche evidenti), come non gestire i rapporti con stampa e televisioni (la conferenza stampa della pasta e fagioli). Il tutto in un clima di delirio nazionalsocialista. Il secondo semestre, di converso, ha dimostrato (non ci voleva molto) che mettere gli uomini giusti ai posti giusti è sempre un’idea brillante. Il presidente fa il presidente, il direttore sportivo acquista calciatori secondo le idee del tecnico, l’allenatore fa l’allenatore e Lele Oriali taglia, cuce e media nel silenzio, gestendo con sapienza uno spogliatoio di animelle che, se condotte da mano ferma e sapiente, danno risultati. Assunto che smentisce l’incompetente vulgata che voleva addebitare “in toto” ai calciatori l’immane fallimento occorso sei mesi orsono.

Il semestre di assolutismo Aureliano dovrebbe essere un “case study”, non solo sulla gestione societaria ma  sull’irresistibilità del successo. Ubriacato dall’amore di un popolo, che ha imprigionato e fagocitato anche Maradona, dal quale si è fatto travolgere un po’ per vanità e un po’ per stanchezza. Questo l’errore da matita blu del presidente. Ma gli vogliamo bene lo stesso. Tanto scostante fino alla vittoria, quanto improduttivo e ingombrante in ambito sportivo dopo. Per certi versi ha ricordato un po’ il presidente del Borgorosso e un po’ lo sceicco del Kuwait ai mondiali di Spagna ’82. Anche De Laurentiis, come Garcia, a fine anno ha riconosciuto la propria paternità sul decimo posto della scorsa stagione, scegliendo un allenatore nuovo che il decimo posto lo ha sempre declinato al plurale.

Il 2024 di Conte che sta dimostrando il significato di sport professionistico

Conte ha dichiarato di essere arrivato a Napoli per ricostruire. Guardando in maniera più ampia, rispetto al percorso che si farà insieme, il compito principale di Conte sarà quello di aggiungere un ulteriore pezzo alla stabilità e alla crescita della squadra attraverso l’irrobustimento della forza mentale del Napoli. Qualità sempre manchevole, che nessuno dei tecnici avvicendatisi a Napoli è riuscito ad innervare, con buona pace delle tesi consolatorie tendenti sempre a deresponsabilizzare i giocatori con alibi napoletani. L’ex tecnico di Juve e Inter sta dimostrando, dal suo approdo a Napoli, cosa voglia dire l’accezione “sport professionistico”. Ha abbracciato la causa azzurra, agli antipodi per il suo modo di essere, imponendo la forza delle proprie idee attraverso la propria credibilità e la propria autorevolezza. Ha dimostrato con le sue conferenze stampa quanto ancora l’ambiente, dai tifosi alla stampa, debbano progredire. Per Conte crescita e vittorie possono esserci unicamente attraverso il lavoro, perché “le scorciatoie non esistono”, cosa che il tessuto connettivo partenopeo fatica a comprendere.

Il 2025 del Napoli non dovrà, per considerarlo migliore rispetto al 2024, avere semestri rovinosi. Il percorso iniziato a luglio sembra quello giusto. Il Napoli sta costruendo intorno a una nuova spina dorsale diverso il proprio Dna. Lukaku, McTominay e Buongiorno sono un modo diverso di stare in campo. Unico pezzo “vecchio” della spina dorsale è Alex Meret. Criticatissimo per evidente mancanza di carattere e personalità, ma che con Antonio Conte sta riavvolgendo un filo che troppo spesso si è spezzato nelle stagioni passate. Chi dovrebbe chiudere in bellezza la propria esperienza a Napoli nel 2025, ma fa invece enormemente fatica, è Khvicha Kvaratskhelia. È forte la preoccupazione che il georgiano possa non tornare più il calciatore barbaro che ha strabiliato tutta Europa due anni orsono. Vive un momento di grande difficoltà tecnica ed emotiva, acuito dal carattere poco propenso a far parte di un gruppo. Chi invece vuole iniziare bene il 2025, da dove ha lasciato, è certamente Antonio Conte. La difesa è il reparto che necessita maggiormente innesti. Per proseguire nel silente, in pubblico, desiderio contiano: Danilo ed (Ismajili) sono due necessità pronte all’uso. Le scelte tecniche e il campo sono in buone mani. Per parlare di struffoli e amenità c’è sempre il presidente.

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