Battuto il Venezia con gol di Raspadori nel finale. Lukaku sbaglia il rigore e reagisce da campione. Capolista accompagnata da lamenti, critiche, scontenti
Il bistrattato Napoli è primo in classifica, ci dispiace per i palati fini
Il Napoli non è squadra per deboli di cuore. Astenersi cardiopatici. E, aggiungiamo, cultori dello spettacolo e palati fini. Il Napoli gioca e vince una partita sporca, oseremmo definirla infame. Una di quelle partite che gli appassionati di calcio di lungo corso conoscono benissimo. Sono quei pomeriggi che sembrano già scritti. Si gioca contro la penultima della classe. Il forcing iniziale che lascia presagire la goleada che poi non arriva. Il rigore sbagliato. Il freddo. Il sole tramonta. La confusione. I mormorii. Un palo. Occasioni che sfumano per un’inezia, uno stop sbagliato, un passaggio leggermente impreciso. I calci d’angolo battuti in maniera poco comprensibile. Un portiere – Stankovic – che sembra insuperabile Poi, Antonio Conte decide che è il momento di Jack Raspadori. La sua scommessa. Trasformarlo in mezzala, lui che è un attaccante ma è piccolino. Conte lo manda in campo al posto di Anguissa. E proprio Raspa decide, con un gol dei suoi. Da centravanti d’area. Finalmente un calciatore del Napoli che oggi si trova al posto giusto al momento giusto. Sinistro rasoterra. Gol. Se lo merita Raspadori che secondo non è una mezzala, è solo un attaccante piccolino in un calcio di giganti. È anche l’uomo in partenza, chissà se questo gol cambierà i piani del mercato. Una menzione per lo stop al volo di Neres sull’azione. Neres giocatore antico.
Già ci stavamo preparando a un finale simil-Lazio. Il dio del calcio stavolta non ha voluto. Al dio del calcio, evidentemente, il football del Napoli non dispiace. Il Napoli vince e termina il 2024 primo in classifica con 41 punti, pari con l’Atalanta. L’Inter è a 40 con una partita in meno. Sembra quasi assurdo se volessimo ascoltare il rumore di fondo che dall’inizio accompagna questa squadra. Una sequela di lamenti, di critiche, di scontenti. Semplicemente inconcepibile per una squadra che sei mesi fa era bella che finita. Decima in campionato e il Calcio Napoli in disarmo, per non dire a pezzi. Il lavoro di Conte è stato non meno di enorme. Solo che si gioca a calcio con criteri non contemporanei. Non come piace ad esempio a Paolo Sorrentino che a proposito del Napoli ha detto che i risultati vanno bene ma manca lo spettacolo. Un po’ come quelli che vanno a vedere i suoi film e si lamentano perché “non si capisce”, manca la trama. Una sorta di legge del contrappasso. Persino l’eliminazione in Coppa Italia (manifestazione che all’ombra del Vesuvio non è mai interessata a nessuno) è stata un dramma. Per l’eccessivo turn-over. Ci vorrebbe Eduardo ma non per Natale in casa Cupiello. Purtroppo in Italia paghiamo un prezzo altissimo alla mancanza di una minima cultura di sport agonistico.
Il finale va dedicato a Lukaku. Emblema di questo Napoli. È il più criticato di tutti. Criticato è poco. Trattato come se fosse un idraulico che gioca a calcio. Oggi ha sbagliato un rigore (sua specialità). E ha avuto una reazione da grande giocatore. Ha colpito un palo. Si è dato da fare. Ha persino peccato d’egoismo alla ricerca del raddoppio. Gli vogliamo bene. Come a Meret oggi autore di una grande parata alla Garella e anche lui tormentato dall’ambiente.
Il Napoli chiude il 2024 primo in classifica con 41 punti. Almeno la salvezza, quella, è al sicuro.