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Il figlio di Bud Spencer: «Gli incassi di papà e Terence davano fastidio. Ricordo l’allarme rapimento»

Al Fatto: «Vivemmo in Francia alcune settimane. A Berlino lui fu preso d’assalto dalla folla, Jack Nicholson ignorato. Suonava e snobbò un giovane Modugno»

Il figlio di Bud Spencer: «Gli incassi di papà e Terence davano fastidio. Ricordo l’allarme rapimento»
archivio Image / Spettacolo / Terence Hill-Bud Spencer / foto Imago/Image

Il Fatto quotidiano, con Alessandro Ferrucci, intervista Giuseppe Pedersoli. Che è il figlio di Carlo Pedersoli, ossia il figlio di Bud Spencer. Ma oggi è sceneggiatore e produttore, è anche l’anima di “Piedone, uno sbirro a Napoli”, serie tv con alle spalle Sky, Wildside e Titanus, e Salvatore Esposito nei panni del poliziotto reso celebre da Bud negli anni Settanta.

Per alcuni intellettuali dell’epoca il successo internazionale di Bud Spencer e Terence Hill era diventato un cruccio…
Non solo per loro; visti gli interessi che giravano intorno al cinema, nacquero invidie e gelosie. Poi all’inizio dell’avventura ero solo un ragazzo, quindi me le raccontavano; quando sono diventato produttore e ho lavorato con mio padre, ho capito meglio.

Le mitologiche mangiate?
Papà aveva una gigantesca roulotte americana, una zona franca dedicata alla goliardia, con dentro, stipati, pacchi e pacchi di pasta; (sorride) ogni tanto amava creare ricette impensabili, come gli spaghetti ai corn flakes.

Racconta la storia del pericolo del rapimento.

All ’inizio degli anni 80 ci hanno allertato per il pericolo di rapimento: eravamo all’Argentario, al mare, e usciti dall’acqua ci dissero “tra mezz’ora si parte”. Noi ignari. Ma i carabinieri ci scortarono fino al confine francese. Solo dopo alcune settimane siamo tornati a casa.

Avete mai scoperto com’è nata la storia?
Lasciamo perdere.

I film con suo padre sono famosi nel mondo.
Pure a Cuba, in sette o otto cinema proiettavano pellicole con lui, poi sono arrivate lettere dalla Cina o dall’Iraq. E qualche anno fa all’Università La Sapienza di Roma hanno organizzato una quattro giorni di dibattiti per svelare il segreto di Bud Spencer e Terence Hill. Ci sono andato, in incognito.

E… ?
Uno dei panel era dedicato alla domanda se Bud e Terence avevano un afflato omosessuale.

Ci aveva pensato?
(sorride) No, questo lato mi mancava; comunque una delle letture più interessanti è che nei nei loro film non ci sono parolacce, bestemmie, non toccano argomenti erotici né politici, quindi sono da sempre lontani da censure e polemiche, anche in Paesi estremisti. Ed è paradossale, perché di solito funzionano erotismo, violenza, parolacce…

Terence Hill lo sente?
Certo. Ed è grazie a lui se le autorità di Amelia hanno dedicato una piscina a mio padre.

Chi conosce Terence Hill lo descrive “ascetico”.
È molto religioso, vicino anche alle credenze naturalistiche; è un uomo timido, chiuso in se stesso, ma una persona piacevolissima; spesso racconta che una volta in scena con papà si trasformava e in qualche modo accadeva pure a mio padre. Tra loro scattava una magia, giocata pure solo sullo sguardo.

Da ragazzo suo padre ha composto brani anche per la Vanoni.
Il suo rammarico era quello di non aver studiato musica, ma aveva un grande istinto che lo portava a comporre; da giovanissimo, con alcuni amici, aveva messo su un gruppo, Gli assatanati del ritmo, e un giorno, mentre suonava a Roma, si presentò un giovane che gli fece ascoltare i suoi brani. Lo scartarono. “È un mondo difficile, non avrai spazio”. Era Domenico Modugno.

Frequentavate il mondo del cinema?
No. Papà e Terence non erano uomini da serate e feste.

Venivano snobbati?
I loro incassi davano un po’ fastidio.

Com’era andare in giro con Bud Spencer?
Ogni tanto pericoloso.

Addirittura.
Lo riconobbero all’aeroporto di Berlino e intorno a lui si ammassarono centinaia di persone, eppure nel frattempo scendeva dall’aereo Jack Nicholson, nell’indifferenza.

Pochi anni fa si è aperta la questione di una presunta figlia illegittima.
Argomento delicato, per mamma è stato un grande dispiacere; e l’atto giudiziario è arrivato nella ricorrenza della sua morte e in coincidenza con l’uscita di un libro… 

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