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Il Telegraph torna su Khelif e l’inclusione di genere negli sport ma è un endorsement per Coe al Cio

Sebastian Coe, prossimo candidato alla presidenza del Cio, per Oliver Brown è “una figura impegnata a difendere l’integrità dello sport femminile”

Il Telegraph torna su Khelif e l’inclusione di genere negli sport ma è un endorsement per Coe al Cio
Algeria's Imane Khelif (in red) gestures to Italy's Angela Carini in the women's 66kg preliminaries round of 16 boxing match during the Paris 2024 Olympic Games at the North Paris Arena, in Villepinte on August 1, 2024. (Photo by MOHD RASFAN / AFP)

Il Telegraph con Oliver Brown ritorna sulla pugile Imane Khelif e la collega Lin Yu-ting a proposito della polemica sull’identità di genere e l’inclusione esplosa durante le Olimpiadi di Parigi.

Secondo lui, gli indici alzati e incrociati a simboleggiare la “X” da parte della pugile bulgara Svetlana Staneva sono “il gesto sportivo più emozionante del 2024″.

La pugile bulgara Svetlana Staneva è stata la prima a eseguirla alle Olimpiadi di Parigi, angosciata per aver perso contro un’avversaria i cui test sul sesso avevano, secondo l’organismo di governo mondiale dello sport, scoperto la presenza di cromosomi XY“.

La crociata del Telegraph “non di destra” contro l’inclusione di genere nello sport alla fine è un endorsement per Coe al Cio

Il tutto ruota intorno alla polemica esplosa con Imane Khelif (oro a Parigi) e la pugile italiana Angela Carini. Secondo Brown, “era una realtà che chi scrive le regole aveva dimenticato di rispettare. Anni di acquiescenza agli ideologi ci avevano portato a questo punto, in cui il Comitato Olimpico Internazionale ha casualmente permesso che le donne venissero colpite in faccia da combattenti di cui non potevano nemmeno garantire che fossero geneticamente donne“.

Brown è rimasto “colpito” da due momenti “rivelatori”. Il ritiro di Angela Carini contro Khelif. Anzi, il giornalista inglese scrive “costretta a ritirarsi dopo soli 46 secondi del suo incontro con Khelif“.

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Il gesto di Carini e i successivi messaggi hanno “evidenziando la codardia del Cio”.

Il secondo momento che ha colpito Brown riguarda invece gli insulti ricevuti da una collega, Laura Woods, dopo che la stessa si era complimentata con il caporedattore del Telegraph. Quell’episodio “ha messo a nudo la misoginia radicata di quei sedicenti “progressisti” che si agitavano affinché i maschi biologici entrassero nello sport femminile“.

Il pezzo scritto da Brown, alla fine, si rivela un endorsement a Sebastian Coe, prossimo candidato alla presidenza del Cio attualmente diretta da Bach. “Lord Coe, una figura i cui nove anni alla guida di World Athletics indicano un sincero impegno a difendere l’integrità dello sport femminile“.

“L’equità deve avere la precedenza sull’inclusione”, la vicenda Khelif lo dimostra

E su Khelif chiude:

Sta anche ancora minacciando di citare in giudizio Elon Musk e JK Rowling per molestie informatiche. Di sicuro, se hai intenzione di dire al mondo che sei una donna, una strategia più rapida ed economica è quella di fare il tampone della guancia che può rimuovere ogni dubbio“.

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La morale che Brown prova a dare è che la sua e quella del Telegraph “non è, contrariamente a quanto vorrebbero far credere i militanti per i diritti transgender, una crociata di destra. È radicata unicamente nella ricerca di un campo di gioco equo. L’immutabile varianza nelle capacità dei corpi di uomini e donne determina che gli sport siano separati in base al sesso per ragioni fondamentali. Gli sport non sono lì per essere usati come l’ultimo banco di prova per la teoria queer. Se questo tumultuoso anno sportivo ci insegna qualcosa, è che l’equità deve avere la precedenza sull’inclusione, ogni singola volta”.

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