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La forza mentale del Napoli di Conte è da adulti, mal si concilia con l’ammuinismo e il giochismo adolescenziale

L’abisso culturale con i novantunisti che da sempre tacciono sui limiti caratteriali di quella squadra. Il Napoli crescerà quando vincerà di corto muso

La forza mentale del Napoli di Conte è da adulti, mal si concilia con l’ammuinismo e il giochismo adolescenziale
Napoli's Italian coach Antonio Conte (L) looks on ahead of the Italian Serie A football match between Torino and Napoli at the Grande Torino Stadium in Turin on December 1, 2024. MARCO BERTORELLO / AFP

La forza mentale del Napoli di Conte è da adulti, mal si concilia con l’ammuinismo e il giochismo adolescenziale

Il Napoli di Antonio Conte è destinato a viaggiare da solo. Gli strumenti cognitivi e culturali, di una larghissima parte di coloro i quali seguono il Napoli, sono carenti. Si continua a storcere il naso sulla poca spettacolarità delle prestazioni azzurre, per mancanza di un bagaglio culturale che consenta di comprendere sia il momento storico del Napoli sia un approccio sportivo diverso. Finita l’adolescenza del giochismo, in tanti adesso non si ritrovano nel vedere una squadra di calcio che via via diventa sempre più adulta, che è presente a se stessa in tutti i momenti della partita. I novantunisti, al netto dei peana cittadini contro Orsato, tacciono sulla carenza caratteriale di quel Napoli: capace di giocare, vincere e divertire, senza pressioni. Incapace di dimostrare coraggio e forza mentale quando c’era da giocarsi il campionato. A tanti la forza mentale di questa squadra non piace. Perché mal si concilia con il “facimme ammuina”, da sempre marchio d’infamia cittadino, al quale Conte si presta con distante condiscendenza.

La vittoria in casa del Torino ha sancito, laddove ve ne fosse ancora bisogno, la distanza culturale tra il Napoli di Antonio Conte e la città dei pulcinella. Le caratteristiche innervate dall’ex allenatore della Juventus sono proprio quelle che al Napoli sono mancate per anni. E che torneranno parecchio utili quando ci sarà da soffrire. Il salto di qualità vi sarà quando si riuscirà a vincere un trofeo con il celeberrimo cortomuso. Il Napoli con Spalletti ha vinto largamente, e quando c’è stato da combattere senza vantaggi oceanici, sappiamo tutti com’è andata a finire. Un po’ di braccino ci fu anche con Salernitana ed Udinese.

Il Napoli di Conte distante dalla vendita di aria

Il Napoli contro il Torino ha sciorinato un calcio aggressivo, consistente, solido. Aggettivo che mal si concilia con la città che vende la propria aria da ottant’anni, e che beatifica l’illusorio iniziale gonfiore della pizza fritta. C’è stato un grosso passo in avanti nel modo di stare in campo del Napoli. Ha dominato il campo per 90 minuti. È stato fortunato quando Coco anziché spingere in rete il più facile dei gol, è “sconocchiato”, come dicono all’Accademia della Crusca, a due metri dal pareggio. Tanta fluidità in più, gioco molto più arioso senza andarsi ad infilare in anditi scomodi. C’è comunque da sottolineare che in fase di rifinitura qualcosa è mancato. Al netto di Milinkovic Savic, con qualche pallone in area più pulito il risultato avrebbe potuto essere un filo più rotondo.

La bellissima normalità di un Napoli che viaggia veloce è stata ribadita da Conte in conferenza stampa. L’allenatore in piena luna di miele di risultati, ricorda a chi di dovere che, nel caso venisse raggiunto il traguardo societario, ci sarà certamente bisogno di rinforzare una rosa che, nell’undici titolare con una sola competizione da giocare, è assolutamente competitiva. Ma che sarebbe assolutamente carente nel caso in cui vi sia anche una coppa europea da giocare. Le richieste del tecnico non sembrano lunari. Il campionato del Napoli rischiava di finire a San Siro se Buongiorno a terra dolorante avesse patito un infortunio serio. L’emergenza tecnica del Napoli è proprio in difesa. Rafa Marin e Juan Jesus non sono alternative affidabili. Se per lo spagnolo c’è un filo d’indulgenza in più, ma zerominutizero sono più che una bocciatura, per Juan Jesus, titolare nella pietosa sconfitta di Verona, è evidente il costante calo di rendimento, tra la passata stagione e quella attuale, non gli consente di essere preso in considerazione da Conte, che per il suo Napoli ha ambizioni molto più grandi del brasiliano.

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