Lontani i tempi dei giocatori che si inginocchiavano facendo arrabbiare Trump, ora “lo spirito che anima gli atleti è una sorta di vanagloria da cortile della scuola, di scherno adattato all’era di TikTok”
La Trump Dance, il balletto caricaturale del presidente eletto americano diventato un meme mondiale, s’è tradotto – anche – in un simbolo dello svilimento politico dello sport e degli sportivi. Lo scrive il New York Times. Per capirci, parliamo dell’ultima esultanza di Pulisic, e di moltissimi altri campioni americani.
“I gesti goffi dei politici – scrive il Nyt – raramente si riversano sui campi, ma questa volta si è creato uno strano tipo di armonia: Trump, dopotutto, ha perfezionato in politica esattamente il tipo di teatralità gongolante che ci aspettiamo dagli atleti dopo quasi ogni giocata positiva. La danza di Trump è diventata un fenomeno nel mondo dello sport. A volte suggerisce un clamoroso sostegno a Trump stesso“, a volte no.
Il balletto “è stato citato come prova della natura generalmente strana ed eccitabile di Trump, o forse come un segno delle sue facoltà mentali in declino. Ma eccolo qui come lo vedono i suoi sostenitori: non come un autoritario vendicativo e poco serio o una minaccia per la democrazia americana, ma come un vecchio affabile così sicuro della sua mascolinità che viene costantemente spinto a muoversi da una vecchia sciocchezza da discoteca”.
“Lo spirito che anima la celebrazione dell’atleta moderno è una sorta di vanagloria da cortile della scuola, di scherno adattato all’era di TikTok”. E secondo molti commentatori “la popolarità del ballo di Trump segna la fine di un’era di attivismo sportivo”.
Il balletto “tanto compulsivamente riproducibile quanto consapevolmente stupido, non è in realtà un atto di coraggio ideologico; fa parte di una tradizione di provocazione sarcastica, petulante e occasionalmente divertente che è arrivata a caratterizzare sia gli sport professionistici sia, sempre di più, la politica americana. I suoi numerosi imitatori possono effettivamente amare il presidente eletto, ma l’atto di ripeterlo a pappagallo sembra progettato per arruffare le piume di un’istituzione immaginaria: i media “liberali”, o i democratici, o forse un arbitro, che è sempre incline a lanciare la bandierina di rigore per condotta antisportiva”.
Ora, però, continua il Nyt, i commentatori di destra non di lamentano più degli sportivi che fanno gesti politici… “Nemmeno la Nfl, che prova un piacere perverso nell’infliggere multe per celebrazioni che ritiene politiche, violente o sessualmente suggestive, si è presa la briga di alimentare la macchina dell’indignazione”.