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La “sentenza Diarra” cambierà tutto: ora saranno i giocatori a fare legge (The International Sports Law Journal)

L’analisi della prestigiosa rivista scientifica: “Anche la Fifa ha capito che senza un accordo collettivo con i giocatori non si potrà andare avanti”

La “sentenza Diarra” cambierà tutto: ora saranno i giocatori a fare legge (The International Sports Law Journal)
Paris Saint-Germain's French midfielder Lassana Diarra arrives to attend the 31th edition of the UNFP (French National Professional Football players Union) trophy ceremony, in Paris on May 28, 2023. (Photo by Bertrand GUAY / AFP)

Quella che è già ormai famosa come la “sentenza Diarra” – una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea contro la Fifa che è potenzialmente dirompente al pari della famosissima sentenza Bosman – è stata analizzata dalla prestigiosa International Sports Law Journal una rivista trimestrale sottoposta a revisione paritaria sul diritto sportivo internazionale. Ne ha scritto Mark James, della Manchester Law School.

La Corte di giustizia (la Cgue) ha pronunciato la sua sentenza il 4 ottobre scorso richiedendo modifiche significative al sistema di trasferimenti dei calciatori, forse persino un regolamento completamente nuovo, “e ha inaugurato – scrive James – un riequilibrio del rapporto tra le Federazioni sportive internazionali e gli atleti che cercano di governare”.

“Nella sua sentenza, la Corte ha ribadito che gli obiettivi specifici dello sport giustificano che siano trattati in modo diverso ai sensi del diritto dell’Unione Europea, a condizione che tale trattamento diverso sia solo per raggiungere un obiettivo legittimo”. Ma in pratica ha anche chiarito di non fidarsi dei tentativi della Fifa di raggiungere questi obiettivi in modo appropriato e proporzionato”.

La chiave di questo squilibrio è che “le commissioni richieste dai club che vendono non hanno alcuna relazione con il valore del contratto che viene risolto”.

“Invece di basare il sistema di movimento dei giocatori su quanto il precedente datore di lavoro può ottenere dal nuovo club – spiega l’esperto – il denaro che viene pagato come commissione al precedente datore di lavoro del giocatore potrebbe invece essere pagato ai giocatori come stipendio aggiuntivo o commissioni di ingaggio”. Una rivoluzione.

“L’impatto della decisione sui regolamenti della Fifa sullo status e il trasferimento dei giocatori (tecnicamente “Rstp”) è duplice – continua -. In primo luogo, la Fifa non può rifiutarsi di rilasciare un certificato di trasferimento internazionale finché la controversia tra il giocatore e il suo precedente club non sia risolta. In secondo luogo, non si può presumere che il potenziale nuovo club del giocatore abbia indotto la violazione del contratto del giocatore e sia responsabile in solido”.

Molto sinteticamente la Corte europea “ha affermato che le regole della Fifa costituiscono una restrizione illegittima alla libertà di circolazione dei giocatori”. E che “nella loro forma attuale i regolamenti sono sproporzionati e operano per proteggere gli interessi finanziari dei club”.

La Corte ha inoltre stabilito che gli Rstp violano le leggi europee “in quanto hanno come obiettivo la restrizione della concorrenza impedendo ai club di assumere i giocatori che desiderano impiegare”.

E dunque, si chiede la rivista, ora che succede? Dopo la sentenza hanno rivendicato tutti la vittoria. Persino la Fifa. Ma la stessa Fifa ha successivamente aperto un “dialogo globale” sul futuro dell’articolo 17 degli Rstp per garantire che qualsiasi nuova versione del sistema di trasferimento sia legittima ma anche accettata dai giocatori.

Ma “ciò che è chiaro – scrive James – è che il sistema di trasferimento che ha funzionato sin dalla sentenza Bosman ha bisogno di una profonda ristrutturazione. La Cgue ha lasciato aperta la possibilità che un qualche tipo di sistema di trasferimento possa essere legittimo, ma non senza il contributo dei giocatori, e non uno che funga a vantaggio dei club a spese dei giocatori”.

“Ciò potrebbe avvenire tramite una qualche forma di contrattazione collettiva, in cui i giocatori e i loro sindacati avranno un ruolo formale nella creazione di qualsiasi nuovo regolamento, o un accordo di lavoro più informale. Ciò che è chiaro è che un contributo genuino da parte dei giocatori sarà essenziale. Piccole modifiche agli attuali Rstp non saranno sufficienti e porterebbero inevitabilmente a ulteriori sfide”.

“C’è in fondo la preoccupazione che la dichiarazione della Corte faccia emergere regole diverse per ogni sistema legale a cui si riferiscono le associazioni nazionali. Questo dovrebbe essere un incentivo sufficiente per la Fifa a garantire che qualsiasi nuovo sistema di trasferimento operi in modo unificato e coerente, con l’adesione dei giocatori”.

In ogni caso anche per la letteratura scientifica “la combinazione di queste decisioni ha il potenziale di cambiare radicalmente la regolamentazione e l’organizzazione dello sport internazionale in generale e del calcio in particolare la formulazione delle clausole di buyout, penalità e danni liquidati, e i requisiti necessari per attivare i bonus fedeltà potrebbero diventare sempre più importanti”.

Il caso tornerà ora alla corte belga per l’applicazione della legge. Ma “qualunque sia l’esito finale del caso, è chiaro che il sistema di trasferimento così come funziona attualmente dovrà essere modificato”.

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