Il documentario sulla nazionale femminile costa la convocazione ad Hermoso e a Irene Paredes. La ct Montse Tomé ha lasciato intendere motivazioni extra sportive
L’Équipe nota come nella Spagna femminile, nonostante gli addii di Rubiales e di Vilda, ci siano ancora tensioni. La nazionale spagnola femminile è diventata tristemente nota soprattutto per il caso del bacio di Rubiales, ex presidente federale, e la calciatrice Hermoso. La Spagna però, in quel caos interno, ha anche vinto un Mondiale. Su Netflix è da poco tempo uscito il documentario “Se Acabo (Basta)” che raccoglie le testimonianze di diversi giocatori e giocatrici, del passato e attuali”. “Parlano della loro frustrazione nei confronti di un sistema che li ha schiacciati” scrive senza mezzi termini il quotidiano francese.
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La Spagna femminile non ha ancora finito la sua battaglio: il prossimo obiettivo è la ct Montse Tomé
Racconta l’Équipe
“Tutto è iniziato con Ignacio Quereda, 27 anni a capo della selezione (1988-2015). Sandra Paños (32 anni) e Vero Boquete (37 anni) ricordano l’uomo che è sempre ospite in alcuni media spagnoli: «Faceva commenti omofobi: ‘Ti farebbe bene una bella macchina’». Un clima difficile da vivere, anche a livello sportivo. «Ricordo le discussioni tecniche sul tavolo, con 12 giocatori invece di 11», ammette Boquete. Spinto a dimettersi nel 2015 dopo la rivelazione di anni di abusi psicologici, Quereda ha lasciato il posto a Jorge Vilda, figlio di un influente membro della Federazione. Sotto la sua guida (2015-2023), La Roja diventa campione del mondo, ma internamente la rottura è totale“.
Poi Rubiales è stato costretto a dimettersi dalla Federcalcio spagnola e Vilda è stato licenziato. Al suo posto Montse Tomé. Ma le cose nella nazionale spagnola non sono poi cambiate così tanto:
“La suo vice, Montserrat Tomé, ha preso il posto da ct. Una scelta ancora dibattuta. Prima della partita contro la Francia, in programma martedì sera (alle ore 21), i vecchi demoni sono ancora presenti. Irene Paredes e Hermoso non sono stati selezionati da Tomé. Un’assenza che solleva interrogativi dopo la messa in onda del documentario su Netflix. L’allenatore, senza affrontare questo tema specifico, ha lasciato intendere che si trattasse proprio di un motivo extra-sportivo. Le tensioni non si sono affatto calmante, anzi continua ad esistere. Nonostante un Mondiale vinto e con una parte dell’opinione pubblica contraria, le calciatrici non hanno ancora finito la loro battaglia“.