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La Superlega è tornata con un nome diverso: resta uno stratagemma per cementare una cricca (Telegraph)

“Ora la domanda è: meglio Florentino solo al comando o la Uefa? La Uefa è tutt’altro che perfetta ma l’alternativa potrebbe essere peggio”

La Superlega è tornata con un nome diverso: resta uno stratagemma per cementare una cricca (Telegraph)
Real Madrid's Spanish president Florentino Perez poses upon arrival to attend the 2022 Ballon d'Or France Football award ceremony at the Theatre du Chatelet in Paris on October 17, 2022. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

La Superlega è tornata “come un virus mutante”. “Proprio quando osi sperare che sia stato sradicato, ecco che riappare, questa volta con una codifica ancora più complessa per eludere i tradizionali meccanismi di difesa del calcio contro gli intrusi”. Oliver Brown sul Telegraph ha preso bene (non bene come la Uefa, certo) la riproposizione della “Unify League”.

“Nessuna quantità di rebranding patinato – scrive – può mascherare l’assenza di anima. Perché più si studia questa rinascita di un’idea ampiamente detestata, più si sospetta che le uniche persone che vincono siano il Real Madrid, il Barcellona e un piccolo esercito di consulenti aziendali”.

Dice che il problema “è la scala leviatana di ciò che viene proposto”. Ovvero sempre più partite. “L’impulso espansionistico del gioco è ormai così intenso che senti che niente sarà mai abbastanza. I play-off a due gare semplicemente per raggiungere gli ottavi di finale della Champions League? La Coppa del Mondo per club della durata di un mese con 32 squadre? Questi sono solo preludi, intuisci, alla concezione del presidente del Real Madrid Florentino Pérez di un futuro in cui il suo club affronta solo gli avversari più commerciabili in un ciclo infinito”.

“L’interesse personale ci sta fissando, in faccia. A22 Sports Management, gli architetti di “Unify”, sono intimamente legati a Pérez. Il co-fondatore Anas Laghari, un banchiere d’investimento franco-marocchino, è un caro amico del miliardario”. Insomma: “questo progetto rimane quello che è sempre stato: uno stratagemma per cementare una cricca”.

Certo, “la Uefa è ben lungi dall’essere perfetta. Ma l’alternativa Unify, che minaccia di amplificare l’avidità e di consolidare la cabala al vertice, potrebbe essere peggiore. La Uefa, nonostante tutti i suoi numerosi difetti, è sopravvissuta come una democrazia per 70 anni. La capacità di 55 associazioni nazionali di votare per il presidente ha prodotto personaggi così diversi come Michel Platini, tre volte vincitore del Pallone d’Oro, e Aleksander Ceferin, un avvocato sloveno. Con la Uefa, almeno sai chi è al comando. Con Unify, non ne hai idea. Ti resta solo l’impressione che Pérez, non eletto da nessuno al di fuori del Real, stia tirando le fila. In quale misura questo può aiutare il bene comune? A volte, nella lotta per il potere sempre più feroce del gioco, è meglio il diavolo che conosci”.

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