Lega tutt’altro che unita. Del Consiglio di Lega fanno parte tra gli altri Scaroni e Percassi (pro Simonelli). Marotta e Lotito, in quanto consiglieri federali, possono partecipare solo come uditori
Monica Scozzafava sul Corriere della Sera rivela alcuni retroscena sulla elezione di Ezio Simonelli (non ancora proclamato) a presidente di Lega Serie A.
Lega Serie A tutt’altro che unita dopo l’elezione di Simonelli
La prima rivelazione riguarda il voto decisivo che ha permesso a Simonelli di ottenere la maggioranza in Lega.
“Già al momento del voto sulla modifica dello statuto (passaggi tecnici, come sul numero di consiglieri federale aumentati da tre a quattro), 14 club si sono astenuti, mentre sei si sono dichiarati a favore. La mossa è servita alle società per contarsi, come prodromo alla votazione principale della giornata. Simonelli […] ha ottenuto quattordici preferenze. Ovvero, una in più (quella del Lecce) di quelle che i club gli avevano tributato nella prima riunione“.
Durante l’assemblea precedente, infatti, Simonelli ottenne 13 voti invece che 14. Cairo, si dice, si sfilò dai club favorevoli dopo i dubbi sull’incompatibilità del candidato al ruolo di presidente.
Simonelli, quindi, eletto ma non proclamato. Infatti la precisione arrivata in serata conferma che il nuovo presidente di Lega deve “superare” il giudizio del Consiglio di Lega.
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“Ne fanno parte Paolo Scaroni e Luca Percassi (dalla parte di Simonelli), Rebecca Corsi, Maurizio Setti e Gaetano Blandini, consigliere indipendente, oltre a Lorenzo Casini e a Luigi De Siervo. Beppe Marotta e Claudio Lotito, in quanto consiglieri federali, possono partecipare al consiglio ma solo come uditori. Il rischio è che in caso di bocciatura il consiglio rimandi il voto sul presidente all’assemblea“.
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Ma la spaccatura in Lega c’è eccome. “Da un lato Simonelli si ritiene già il presidente eletto, godendo del favore della maggioranza qualificata dell’assemblea e, determinato ad accettare l’incarico di presidente, si prepara a rassegnare le dimissioni dagli incarichi che determinano il conflitto di interessi. Ritiene perciò che debba essere lui a convocare il Consiglio di Lega, mentre Luca Percassi nel frattempo sarebbe il reggente. Piccolo particolare: da verbale, l’assemblea ha eletto Simonelli ma non lo ha proclamato. Quindi il manager non potrebbe effettuare fughe in avanti, non possedendo l’autorità per convocare il consiglio. Tutto finito? No, in tardissima serata, la riunione è stata indetta da Casini (presidente uscente, ndr)“.