In conferenza: «Vorrei avere due titolari in ogni ruolo. Ognuno dovrebbe sapere che se si rilassa troppo, ci sarà sempre qualcun altro a sostituirlo»
Il tecnico del Psg Luis Enrique ha tenuto la conferenza stampa alla vigilia del match contro il Monaco.
Luis Enrique: «Preferisco essere criticato piuttosto che spiegare perché un calciatore non giochi molto»
Hai intenzione di fare la scelta di non convocare Randal Kolo Muani e Milan Skriniar?
«Domani abbiamo una partita molto difficile contro il Monaco, uno degli avversari diretti per il titolo. Cercherò di convocare i 20 giocatori che penso siano meglio preparati per questa partita».
Puoi dirci perché Kolo Muani gioca così poco?
«Potrei spiegarlo, ma non lo farò. Le mie decisioni parlano da sé. E ti dico che le cose sono sempre reversibili. Anche se un giocatore commette un errore, tutte le situazioni sono reversibili. Ma non entro nei dettagli delle mie decisioni. E’ una cosa che non ho mai fatto. Preferisco essere criticato».
Sei in Francia da un anno e mezzo. Quali squadre ti hanno colpito di più?
«Credo senza dubbio che il Monaco sia stato uno degli avversari più formidabili. Soprattutto sul lato tecnico. Citerò anche il Marsiglia in questa stagione, con il suo nuovo progetto. L’anno scorso, Lens, Brest, Rennes, Nizza durante la prima metà della stagione sono stati club molto buoni. C’è anche Lille. Non è facile vincere la Ligue 1, sentiamo sempre di avere l’obbligo di vincere il campionato ma il livello è più alto di quanto mi dicevano».
Che tipo di partita ti aspetti?
«Questa è la domanda che ci poniamo prima di ogni partita. Devi essere pronto per tutte le possibilità. Per me, il Monaco sta facendo meglio rispetto alla scorsa stagione. Dal punto di vista difensivo, sono migliorati».
Se il Psg vince a Monaco, sarà a 10 punti di vantaggio. Il campionato potrà definirsi chiuso?
«No. I campionati sono matematicamente vinti alla fine della stagione. Tre giorni fa erano 5 i punti di vantaggio. In un calendario così intenso, con tutto ciò che ci aspetta a gennaio, non c’è gap che non possa essere colmato».
Cosa ti piacerebbe avere nella tua squadra che non hai ancora?
«Mi piacerebbe avere, in ogni posizione, due giocatori in grado di essere titolari. E che ci sia una vera competizione. Con i portieri ce l’ho davvero, loro tre sono tutti pronti a giocare. Con i giocatori di movimento a volte li perdi, non dipende da me, dipende da loro. Quello che voglio è far crescere la squadra, far sapere ai giocatori che se si rilassano troppo, un altro può essere messo al loro posto. Non so quanto tempo ci vorrà, ma ci arriverò».
A quali posizioni stai pensando?
«So che è utopico avere due giocatori per posizione, non l’ho mai avuto in nessuna squadra. Ma devono sentire che se non sono all’altezza, saranno scartati. Prendo le mie decisioni in base a quello che vedo. E’ facile lamentarsi dicendo che è colpa degli altri, ma possiamo anche fare di tutto noi per cambiare le cose».
Achraf Hakimi è uno dei parigini che gioca di più. Come lo gestisci in modo che non faccia troppo sforzo?
«Questo è uno dei nostri compiti, che il carico e il tempo di gioco sono adeguati. Ogni giocatore è in grado di assimilare un diverso carico di tempo di gioco. Hakimi è un giocatore all’avanguardia. Ha fatto anche le Olimpiadi. Cerchiamo di compensare questo sforzo aggiuntivo con alcuni periodi di riposo, ma non è facile con un programma così serrato».