Indubbiamente le lacune ora appaiono più evidenti. E sono tutte incentrate sulla fase offensiva. L’arbitro Marchetti grazia la Juventus
FALLI DA DIETRO (rubrica nata nel 2008. Le rubriche omonime nate successivamente sono imitazioni)
COMMENTO ALLA 15° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2024-25
Seconda scoppola in 72 ore.
Questa qui assai più dolorosa.
Perché, dopo la decisione di uscire dalla Coppa, il Feroce Salentino aveva il dovere di vincerla.
Perché giocata fra le mura amiche.
Squadre speculari entrambe a vocazione difensivista.
Tante partite a scacchi quanti erano i confronti diretti sul campo.
Titolari e riserve.
Alla fine Baroni vince grazie al differente valore della panchina.
Entra Noslin, l’eroe di tre giorni fa.
E Noslin s’inventa l’apertura deliziosa per Isaksen non raccolta né da Charlie Brown né da Olivera, il quale intercetta e devia la botta del danese.
Il Napoli non reagisce.
Ed è forse questo l’aspetto negativo più sorprendente.
Una sconfitta dovuta alla poca determinazione più che all’aspetto tattico.
Una brutta sconfitta.
Ridimensionamento?
Indubbiamente le lacune ora appaiono più evidenti.
E sono tutte incentrate sulla fase offensiva.
Le soluzioni d’attacco poche e poco incisive.
La solitudine e la staticità di Piedone.
La fumosa presenza di Trinità-Kvara.
Il risultato è che il Napoli tra le prime sette ha il peggior attacco.
Dato statistico preoccupante.
Non in chiave scudetto, ma addirittura in ottica Champions.
Insomma il problema è serio e va risolto.
Attenua il pessimismo la fisionomia di un campionato equilibratissimo, con continue impreviste novità.
E attenua il pessimismo il vantaggio di non avere altre distrazioni. Dato che alla fine si presume peserà.
Entrambe in maglia nerazzurra le stelle del campionato.
Alla Dea puoi resistere un tempo.
Poi nella ripresa ti schianta.
Con i cambi. Perché ha una rosa amplissima.
E con il fiato e le energie.
Perché ha una preparazione atletica impressionante.
Gli atalantini cominciano a correre proprio quando gli avversari cominciano a boccheggiare.
E corrono, corrono, corrono anche dopo il fischio.
Corrono anche solo per raggiungere la doccia.
Corrono anche solo per raggiungere il pullman.
Poi c’è Gasp che è bravo.
Uno che sa interpretare la partita come pochi.
Uno che sa fare gruppo. Uno che sa difendere i propri uomini.
Come quando – tre anni fa – insultò un ispettore nel corso di un controllo antidoping a sorpresa, interrompendo il test su Palomino.
Gasp sceglie di rinunciare in partenza al cannoniere del campionato.
Lo aveva già fatto contro il Napoli ed era andata bene.
Gol dell’ex De Kosolà, come un paio di giorni prima all’Olimpico con Zaniolo.
A Bergamo è cosi. Per magia i bidoni rifilati dalle altre squadre qui diventano star.
Gol molto contestato a Le Penna. Che sembra proprio il fratello gemello di Macron, anche lui – tra l’altro – in Francia molto contestato.
Il belga, nel saltare, si appoggia su Theo impedendogli probabilmente di saltare a sua volta.
Non è un brutto Diavolo. Per un’ora abbondante tiene botta e resta sul pezzo nonostante lo svantaggio e poi acciuffa anche il pareggio.
Leao, forse perché fa freddo, innesta il turbo e serve Morata che è lesto nell’anticipare Hien e trafiggere Carnesecchi.
Nella ripresa succede poco nonostante i cambi.
Quando tutti sono convinti del 1-1 su finale e, sempre su corner, tap in di Ademola l’uomo che guarda, il campionissimo . Che regala la nona vittoria di fila.
A San Siro esibizione di bellezze.
Che riscaldano mani e piedi, ma anche i cuori di una serata gelida.
Giocate straordinarie di Barella e Dimarco e alla fine il gol di Tykus in un ritmo davvero entusiasmante.
Mamma mia quanto è cresciuto l’esterno oriundo di Irsina, provincia di Matera.
Il suo gol entra di diritto nella rosa dei più belli del campionato.
Ma il migliore è ancora una volta Henrikh Mkhitaryan, nome che in italiano si può tradurre con consolazione o conforto.
Due lauree e cinque lingue parlate. E anche campione di scacchi, l’armeno.
Prosegue la pareggite della Vecchia allo Stadium.
Quarto consecutivo.
L’unica nota confortevole è che gli ergastolani sono riusciti a recuperare due gol evitando la sconfitta in casa.
La nota non confortevole per il calcio italiano è il ritorno al passato.
Gli ergastolani evitano la sconfitta grazie agli aiutini del fischietto Marchetti.
Che non interviene sul fallo di Kalulu e soprattutto sul pestone di Koop su Fabbian. Allibisce persino Marelli.
Ma c’è un altro episodio assai più grave e inquietante inquadrato solo un attimo e poi rimosso.
Mentre il Marchetta si avvia ad espellere Motta, qualcuno gli scaraventa un pallone sulla faccia. Lui si disinteressa della cosa. Il Var dorme.
Ricordi iconici della testata di Bonucci a Rizzoli.
Benvenuti in casa Esposito.
Cinque gol per tre fratelli in pochi minuti e in campionati diversi. Doppietta dell’empolese Sebastiano.
E gol di Salvatore e di Francesco Pio con lo Spezia.
Per i genitori di questi ragazzi la domenica non c’è un solo momento per rilassarsi sul divano.