A Radio Capri: «E’ nelle mani di un grande allenatore. A 12 anni mostrava già di avere un grande dribbling»
Il padre di Cyril Ngonge è intervenuto a Radio Capri per parlare di suo figlio e del suo rendimento nel Napoli.
Il padre di Ngonge: «A 12 anni mostrava già un gran dribbling, ora è nelle mani di un grande allenatore»
L’infanzia dell’attaccante del Napoli raccontata da suo padre:
«Ho tanti ricordi legati alla sua infanzia. A 6 anni l’ho portato all’Anderlecht. I bambini a quell’età giocano 5 contro 5 e dovevano allenarsi andando verso la porta e segnando. Solo Cyril restava fermo e io lo incitai a correre, così lui iniziò a giocare. Solo che mentre tutti tornavano nella loro posizione, lui rimase vicino alla porta e non voleva più schiodarsi da lì. Quando gli chiesi il perché, lui rispose che voleva fare gol. A 12 anni mostrava già di avere un grande dribbling».
Sulla Serie A:
«Mi piace molto, penso il livello sia simile alla Premier. Si addice a Cyril, che deve dimostrare a Conte cosa sa fare, è nelle mani di un grande allenatore».
L’amicizia con Kvaratskhelia:
«Hanno un carattere molto simile, quando sono venuto a Napoli ho visto parlavano spesso. Futuro? Deve rimanere umile, con le sue qualità Ngonge può andare lontano. Deve imparare a ascoltare Conte e continuare a migliorare».
L’esterno del Napoli: «Conte mi chiede di aiutare in difesa, sacrificio per aiutare la squadra»
A Radio Crc:
«A Napoli mi sono trovato subito bene. Arrivare in un club così importante ha significato tanto per la mia carriera. Non sono uno a cui dà fastidio la pressione, anzi, mi dà la carica. Una pressione positiva si ha sempre nel calcio professionale e per me non è mai stato un problema».
Cosa ti dice mister Conte?
«Di aiutare nella fase difensiva. È importante che anche noi facciamo il sacrificio di aiutare la squadra in fase di non possesso e dopo, quando abbiamo la palla, di essere incisivi nell’ultima parte del campo nell’1 contro 1 e fare la differenza. Queste sono le indicazioni più importanti che ci dà il mister».