A Repubblica: “Il doping? Non è possibile che per marijuana o cocaina si venga fermati meno che per farmaci innocui presi per sbaglio”
Il Papu Gomez è passato dal Mondiale alla squalifica del doping. Repubblica racconta che adesso si allena da solo su “un campo in sintetico a Briosco, centro sportivo del Renate, il più piccolo paese italiano ad avere un club professionistico di calcio”. “Mi lasciano allenare con loro e gliene sono grato – dice lui – Il presidente Luigi Spreafico mi ha accolto come un figlio. Mister Luciano Foschi fa sul serio“.
“Sono felice, sto uscendo dal tunnel“. Dovrebbe poter tornare ad ottobre 2025. “Vedrò chi mi chiama. Mi piacerebbe giocare in Italia o in Spagna, purché sia vicino. I miei tre figli sono italiani”.
Il Papu dice che quello che gli è stato più vicino dopo la squalifica è stato, a sorpresa, German Denis, el Tanque che ancora a Napoli ricordiamo. “Abbiamo giocato poco insieme a Bergamo. Lui stava finendo, io cominciavo. Per dieci anni non cisiamo visti. È stato il primo a chiamarmi. Si è preoccupato per me, mi ha invitato a tornei di padel”.
Gli manca l’Atalanta dalla quale andò via dopo un clamoroso bisticcio con Gasperini: “Sento di potere ancora fare la differenza. Anche in Serie A. L’Atalanta? Sarebbe stupendo. Oggi è una big. Però non credo abbiano bisogno di me, vanno fortissimo. Il metodo di Gasperini è allenarsi più degli altri. Ho giocato 20 anni in sei club, più la nazionale. Non mi sono mai allenato come a Zingonia. Lì c’è cura per nutrizione e recupero. Si prendono proteine, ci si riposa”.
Capitolo doping: “Dico ai giovani non prendete nessun medicinale che non vi abbia dato il dottore del club. E se prendete qualcosa dichiaratelo. Io ho fatto l’errore di dimenticare di avere preso un misurino di sciroppo per la tosse da bambini. Ho accettato la mia responsabilità. Però mi arrabbio. Non ha senso prendere due anni di squalifica così. Ho vissuto un’altalena di emozioni. Un giorno mi svegliavo e mi dicevo: continua ad allenarti. Il successivo, mi sentivo che non ce l’avrei mai fatta. Oggi c’è confusione, per fatti simili c’è chi viene sospeso sei mesi e chi due anni. Non è possibile che per marijuana o cocaina si possa essere fermati meno che per farmaci innocui presi per sbaglio“.