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Rocchi ammette i due errori in favore dell’Atalanta: «c’erano i rigori per Cagliari e Udinese»

Il designatore arbitrale: «Contro l’Udinese un errore di superficialità, era evitabilissimo: queste cose dobbiamo eliminarle, perché così ci facciamo del male da soli»

Rocchi ammette i due errori in favore dell’Atalanta: «c’erano i rigori per Cagliari e Udinese»
Mg Genova 25/08/2019 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Lazio / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gianluca Rocchi

Rocchi ammette i due errori in favore dell’Atalanta: «c’erano i rigori per Cagliari e Udinese»

Il designatore arbitrale Gianluca Rocchi, intervistato dal GR Sport per Zona Cesarini su Radio 1, ha ammesso gli errori di questa prima parte di stagione e ha ammesso i due errori che hanno favorito l’Atalanta di Gasperini.

Come riporta Repubblica:

«I “rigorini”? Stiamo cercando di combatterli: in effetti abbiamo avuto una giornata brutta, la settima, in cui ne abbiamo concessi nove e qualcuno inappropriato. Però, specialmente negli ultimi turni, siamo tornati a dare quelli giusti. L’importante è fischiare un rigore quando c’è qualcosa di importante, perché può decidere il risultato».

La settima di campionato terminò con Fiorentina-Milan di domenica 6 ottobre, con tre rigori concessi dall’arbitro Pairetto (e tutti e tre sbagliati).

Rocchi si sofferma sugli errori che hanno favorito l’Atalanta

Poi la parentesi Atalanta:

Rocchi ha poi ammesso un paio di errori molto evidenti, come il rigore non concesso al Cagliari, nella partita in casa con l’Atalanta, per un tocco di braccio di Kossounou: “Dico sempre ai miei arbitri: quando la pancia vi dice rigore, nel 98% di casi è rigore. In quell’occasione l’arbitro si è fatto portare non dalla pancia, ma da un ragionamento sul rimpallo: se avesse seguito la pancia, avrebbe concesso il rigore”. Altro episodio con la capolista in campo, il rigore non concesso all’Udinese per un altro tocco di braccio, quella volta di Hien: “Un errore di superficialità, mi è dispiaciuto perché è era evitabilissimo: queste cose dobbiamo eliminarle, perché così ci facciamo del male da soli”. 

Rocchi si è schierato contro il Var a chiamata: «Il Var a chiamata deresponsabilizza molto, mettendo la responsabilità della chiamata in capo al club o all’allenatore di turno. Credo che invece noi dobbiamo lavorare cercando di costruire ragazzi che siano capaci di decidere di fronte al monitor, di scegliere quando intervenire o meno da Lissone (la sala Var centralizzata), cioè quando un episodio è chiaramente errato o no. Perché il Var deve essere usato solo per episodi evidenti e seri. Non dobbiamo fare la moviola in campo». 

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