L’obiettivo è la Champions (oltre al sogno inconfessato). Per raggiungerlo deve ridurre i rischi al minimo. Raspadori è un calciatore senza ruolo

Se si fanno male Buongiorno o Rrahmani, che succede? Conte lo sa, si spiegano così le sue scelte
Passate 24 ore, è sbollito quel misto di irritazione e delusione conseguenti la sonora sconfitta del Napoli contro la Lazio a Roma in Coppa Italia. E quindi ho provato a fare un ragionamento. Fissando innanzitutto l’ipotesi fondamentale. Antonio Conte è un uomo di grande intelligenza ed un tecnico di valore assoluto. Non è quindi possibile che non conoscesse i rischi legati ad una scelta così estrema come quella da lui fatta di cambiare 11 giocatori su 11. Ho provato a darmi una spiegazione tra le varie possibili. Quello che a me appare la più plausibile è la seguente. Conte ha un obiettivo, anche contrattuale, riportare il Napoli in Champions. E se si verifichino le condizioni, provare fino all’ultimo a competere per il titolo. Per fare questo non è disposto a correre nessun rischio. E non si può permettere di correre rischi.
Anche per Anguissa vale lo stesso discorso di Buongiorno e Rrahmani
Se capita un infortunio a Buongiorno o a Rrahmani chi gioca? Ieri abbiamo avuto la conferma che Juan Jesus e Rafa Marin non sono all’altezza. E se invece si ferma Anguissa chi gioca? Folorunsho che abbiamo visto ieri? Degli undici giocatori di ieri tre soltanto sembrano in grado di dare un contributo alla prima squadra: Nères, Simeone e Gilmour. Gli altri sono lontani mille miglia dallo standard richiesto. Compreso, e lo dico col cuore infranto, Raspadori che ormai tranne che in porta è stato provato in tutte le posizioni tanto da farci venire il dubbio che la posizione per lui non esista. Perennemente ripiegato su se stesso a rimuginare che gli piacerebbe qualunque ruolo tranne quello che interpreta in quest’istante. Eppure è un calciatore tecnicamente raffinatissimo. Per il suo bene il Napoli lo dia via così potrà finalmente esplodere. Insomma la qualità della panchina del Napoli non è eccelsa. Spinazzola e Zerbin, Juan Jesus e Rafa Marin sono buoni calciatori ma non reggono il confronto ad esempio con la panchina dell’Inter. E anche Ngonge alla prova dei fatti ha dimostrato di essere un calciatore da ultimo quarto d’ora.
In conclusione insomma capisco la dura scelta che Antonio Conte è stato costretto a compiere. In più, una volta battuta la Lazio ci sarebbe toccata al 90% l’Inter. Conte sarà stato anche ben felice di evitare questo incontro. Lui ha un pensiero fisso. Il campionato. Ed un pensiero inconfessato. Vincere lo scudetto.