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Sharon Stone: «L’intelligenza (ha 154 di IQ) è stata un ostacolo, impensabile per un uomo»

A Donna Moderna: «andavo alla scuola per bambini superdotati. I maschi sono tra le prime cause di morte delle donne»

Sharon Stone: «L’intelligenza (ha 154 di IQ) è stata un ostacolo, impensabile per un uomo»
Cannes (Francia) 23/05/2023 - Festival del Cinema di Cannes / foto Imago/Image nella foto: Sharon Stone ONLY ITALY

Donna Moderna ha intervistato Sharon Stone a 66 anni si è un po’ defilata dal mondo di Hollywood e preferisce vivere la sua vita, ma nel 2025 uscirà Nobody.

Sex symbol per eccellenza, «mi veniva chiesto di essere bellissima, mentre l’intelligenza è stata perfino un ostacolo, cosa impensabile per un uomo», la Stone già da bambina di un quoziente intellettivo molto superiore alla media (154)«Fino a 11 anni sono andata alla scuola per bambini superdotati: mi spronavano a impegnarmi perché i miei talenti dessero frutto, cosa che sento più forte in questi tempi di crisi. Il cambiamento è possibile se esiste la libertà di esprimersi, anche attraverso l’arte, il cinema o la poesia».

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Quello che più l’accende è il pregiudizio nei confronti delle donne tanto più se belle. «Mi hanno dato il ruolo di produttrice solo perché avevo chiesto un cachet che, secondo loro, non si giustificava solo per la recitazione. Negli anni ho proposto altri progetti ma ho sempre incontrato muri, finché ho smesso di sprecare la mia intelligenza con gente che ne ha meno. Perché sono proprio i meno brillanti a ostacolare le donne, temendo di dare loro anche il minimo potere. E io devo perdere tempo? Ho di meglio da fare». 

«È ora che gli uomini perbene si uniscano a noi, che inizino a isolare conoscenti e amici violenti e a tenerli lontani da mogli, figlie e sorelle. Ricordiamoci che i maschi sono tra le prime cause di morte delle donne».

Lei stessa è stata vittima di abusi in famiglia e ha avuto il coraggio di dirlo pubblicamente 3 anni fa con un libro di memorie – The beauty of living twice – raccontando come lei e sua sorella Kelly, da bambine, fossero state molestate dal nonno. «Quando ne abbiamo parlato con mia madre, qualche anno fa, è rimasta profondamente scossa, ha avuto una sorta di esaurimento. Poi siamo rimaste insieme due giorni a leggere quello che avevo scritto e finalmente si è messa a parlare, a raccontare cose che non sapevo, tanto che ho cambiato alcune parti del testo. Il libro è dedicato a lei».

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