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Stella Pende: «Tardelli dice che nostro figlio Nicola, ha preso i piedi della madre e il cervello del padre»

La giornalista d’inchiesta che ha ideato e conduce “Confessione reporter” di è raccontata alla Verità

Stella Pende: «Tardelli dice che nostro figlio Nicola, ha preso i piedi della madre e il cervello del padre»
Mc Roma 29/03/2023 - premiere film ‘Quando’ / foto Mario Cartelli/Image nella foto: Marco Tardelli-Myrta Merlino

La Verità intervista oggi Stella Pende, la giornalista d’inchiesta che ha ideato e conduce “Confessione reporter”. 

Per chi non lo sapesse, il padre di suo figlio è Marco Tardelli. La giornalista e il calciatore.

«Marco è una mia gamba. Non è che gli voglio bene perché ho avuto un figlio da lui. Io gli voglio proprio bene. È una delle persone più pure che conosca. Sa qual è la sua battuta preferita?».

Quale?

«Marco dice che nostro figlio, Nicola, che ha 33 anni, ha preso i piedi della madre e il cervello del padre. Capito?» .

Tra le tante inchiesta che ha condotto, anche grandi interviste

Sahara, ha intervistato, per Panorama , Muammar Gheddafi, chiedendogli del destino del conflitto israelo-palestinese.

«“Finirà mai il conflitto?” gli domandai. Lui: “Certo che finirà. Ma con la fine del mondo”. Sapeva tutto dei Paesi arabi. All’inizio rispondeva a monosillabi. Gli ho chiesto: “Senta, ha tanti figli, chi prenderà il testimone?”. S’infuriò: “Io non sono il leader della Libia. Il leader è il popolo”. E io: “Questa intervista non vale niente. Allora è uno scoop. Perché scriverò che Gheddafi in Libia non conta niente”. Da lì mi tenne due ore».

Cosa pensò quando l’ex leader libico fu giustiziato?

«Pur essendosi macchiato di crimini feroci, era l’unico che poteva tenere insieme migliaia di tribù. Morto lui, la Libia si è disintegrata. Noi non l’avremmo mai ammazzato. Berlusconi non l’avrebbe mai fatto. Sono stati i francesi, in collaborazione con gli americani, che l’hanno fatto prendere e ammazzare. Avevamo un video acquistato in Libia. Nessuno di noi inviati l’ha mai pubblicato. Era atroce. Dopo la cattura, i rivoltosi l’hanno torturato e ucciso infilandogli un Kalashnikov nell’ano, fuoriuscito dallo stomaco».

Qualcuno ipotizza che sia stato Gheddafi a ordinare la strage alla stazione di Bologna, in collaborazione con il Fnlp, per la violazione del lodo Moro.

 «Io non ci credo».

A proposito del caso Moro, non ritiene sia un’ipocrisia che lo Stato continui a considerare ufficiale una verità che, come ha detto Maria Fida Moro, è una «non verità» ?

«Certo che lo è. Tra l’altro non hanno voluto trattare. L’unico che voleva farlo era Craxi. Stavo facendo un’intervista con lui. Si alzò. Parlò al telefono e tornò con le lacrime agli occhi. Dall’a ltro capo del filo, Spadolini gli diceva che la Dc non trattava».

Qual è il personaggio italiano da lei intervistato che le è parso più sincero?

«Cesare Musatti, lo psichiatra. Aveva già l’ossigeno. L’avevo chiamato cento volte per intervistarlo e poi mi disse: “Venga signora Pende, altrimenti, con questa insistenza, mi fa morire prima”. Sono andata. Sembrava un capo Sioux, questi capelli bianchi e occhi azzurri, il filo dell’ossigeno che gli attraversava la faccia. Mi raccontò di una suora di 25 anni che lo assisteva: “Ti rendi conto cosa vuol dire, a 90 anni, essere accarezzato da una suora?”. Poi non gli stava tanto simpatico Wojtyla. Secondo me è stato il più sincero».

 

 

 

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