“Nello sci è peggio che negli altri sport. Il rischio aumenta sempre di più. Quanto può sopportare un corpo? E ne vale la pena?”
Vonn, guarda Hirscher: i vecchi campioni che non riescono a smettere, non sono un bell’esempio (Faz)
“È solo un breve istante, Marcel Hirscher perde il ritmo, la sua gamba destra si solleva dalla neve, si afferra il ginocchio sinistro e urla. Legamento crociato strappato, cinque settimane dopo il ritorno dello sciatore”. Hirscher è solo l’ultimo di una serie. I grandi atleti che non riescono a smettere. Che si fanno del male, si rialzano, cadono, si rialzano. E ogni volta si fanno sempre più male. Vale in tutti gli sport, ma nello sci è peggio.
La Faz manda un messaggio, quasi un avvertimento a Lindsey Vonn, che sta per tornare alle gare a 40 anni e un ginocchio artificiale: “Dovrebbe chiedersi se potrà spingersi di nuovo fino a tali limiti fisici. Molti medici ritengono che questo sia un rischio troppo grande. Forse l’esempio di Marcel Hirscher è il loro ultimo avvertimento”.
“Puoi solo contenere il rischio, ma non scomparirà mai – scrive la Faz – E non diminuisce quanto più anziani sono gli atleti che vi si espongono. Quanto può sopportare un corpo? E quando gli atleti dovrebbero accettare i limiti del proprio corpo? O invece dire basta?”.
“Gli atleti devono decidere da soli, ma trovare il momento giusto è più difficile di quanto si possa pensare dall’esterno. Gli atleti competitivi sono persone che superano continuamente i propri limiti e ottengono il massimo dal proprio corpo. Che a volte devono correre dei rischi, anche se ciò significa mettere a rischio la propria salute. Questa è la loro normalità. Quindi la domanda è: ciò che c’è da guadagnare giustifica il rischio? Anche se il corpo potrebbe lasciarti dopo la carriera?”
Il giornale tedesco fa anche l’esempio di Juan Martin del Potro, che ha detto al tennis con una partita d’esibizione contro Novak Djokovic, ma che prima aveva dettato al mondo il suo dramma. “Il suo esempio dovrebbe mettere in guardia coloro che vogliono conoscersi di nuovo nella vecchiaia. Che non riescono a fermarsi, anche se forse dovrebbero. Chiunque pretenda troppo da se stesso e ignori il dolore non è un modello per la prossima generazione“.