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Adani, Cassano, il dissing, Caressa che risponde: a qualcuno frega qualcosa? (Repubblica)

Dopo gli insulti a Caressa, il coinvolgimento della mamma di Vieri. “C’è violenza, in tutto questo. C’è tragedia ma anche commedia”

Adani, Cassano, il dissing, Caressa che risponde: a qualcuno frega qualcosa? (Repubblica)
Db Milano 26/04/2023 - Coppa Italia / Inter-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Daniele Adani

Impossibile non essersi imbattuti nei video, social e non, di Cassano, Adani, Caressa, Vieri. Ognuno immerso nel loro personale duello con l’altro a suon di insulti e colpi più o meno bassi. Oggi è Repubblica, a firma Maurizio Crosetti, a riportare tutto a una dimensione più naturale, quasi reale e non quella semi-virtuale del web.

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Le ultime prodezze social di Adani e Cassano rivalutano persino il falconiere laziale

Scrive Repubblica:

Le ultime prodezze social di Adani e Cassano, con l’appoggio esterno di Caressa e Vieri, rivalutano persino il falconiere laziale, il quale finisce con lo stagliarsi come figura esemplare e retta, ma più che altro eretta, se accostata al resto della compagnia.

Avrete seguito tutti, purtroppo, le provocazioni di Lele Adani e Antonio Cassano, ormai non solo prigionieri ma ergastolani dei propri personaggi: il primo ha insultato Fabio Caressa senza nominarlo, però all’identikit del noto telecronista mancava solo il codice fiscale; il secondo ha chiamato in causa addirittura la mamma di Bobone Vieri, giustamente adirato nella replica. Anche Caressa, metà Innominato e metà Voldemort, ha risposto, però con eleganza, sebbene in certi casi sarebbe forse meglio glissare. Perché altrimenti l’effetto rimbalzo non si placa mai, si autoalimenta con nuove ingiurie e altri clìc.

C’è violenza, in tutto questo. C’è tragedia ma anche commedia. «Non amo il dissing per fare hype», ha detto Caressa come se fosse Antani, o forse Adani. Ma chi si sarà imbattuto nelle sequela dei video senza nome, senza conoscere il resto della storia non avrà capito niente. E meno ancora gliene sarà importato: perché a nessuno può davvero fregare qualcosa di ciò che si tirano addosso questi soggetti da sottobosco. Non si vedono aquile in giro, a parte quella del falconiere. 

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La confraternita della chiacchiera, che può essere insulsa ma anche violenta, ora si esprime in rancori, faide, gelosie, picco le e grandi vendette, pensando di essere brillante e divertente. Invece no: questa gente fa pena, intristisce sé stessa e chi la guarda. Anche se una soluzione ci sarebbe: smettere di guardarla.

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