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Almeno la Juventus di Maifredi aveva Baggio. Questa di Motta e Giuntoli non ha nessuno di cui innamorarsi

Quella stagione è ricordata come un incubo. Doveva essere l’avvento del calcio champagne, finì malissimo. Ma forse va rivalutata guardando a oggi

Almeno la Juventus di Maifredi aveva Baggio. Questa di Motta e Giuntoli non ha nessuno di cui innamorarsi
Db Milano 06/11/2010 - campionato di calcio serie A / Inter-Brescia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luigi Maifredi

Almeno la Juventus di Maifredi aveva Baggio. Questa di Motta e Giuntoli non ha nessuno di cui innamorarsi

In questi giorni complicati per la Juventus di Thiago Motta il paragone con la Signora di Gigi Maifredi è quasi naturale e scontato. Corre la stagione 90-91 quando Madama vira verso il calcio champagne di Maifredi, fino a pochi mesi prima allenatore di un Bologna che, direbbe oggi l’ottimo Lele Adani, fa calcio, emoziona il pubblico, spettacolarizza il giuoco. La vecchia Signora sostituisce un certo Dino Zoff – vincitore di due trofei, mai banale farlo – con questo signore dal capello grigio, molto cool, e dal calcio assai rivoluzionario. Risultato: Juve fuori dalle coppe, nessun titolo – sconfitta umiliante con il Napoli in supercoppa – e addio Maifredi. Nell’immaginario collettivo del tifo bianconero quella stagione è rimasta da incubo. Ecco perché ogni qualvolta le cose vanno male il riflesso pavloviano è: siamo in zona Maifredi.

La Juve di Maifredi giocò partite bellissime, come contro il Barcellona

Eppure c’è una differenza sostanziale tra la Juve di Gigione e quella di Thiago Motta. Ed è una differenza che rimanda al fattore B, ovvero Baggio. Quella Signora aveva strappato alla Fiorentina il giocatore forse più talentuoso degli ultimi 40 anni di calcio italiano. Facile innamorarsi di cotanta classe. Chi scrive ricorda partite memorabili, ad esempio il ritorno in semifinale di Coppa Coppa con il Barcellona. La Juve di Maifredi aveva dunque un giocatore che da un momento all’altro poteva spostare gli equilibri. E al netto dei non risultati tutto questo innescava un innamoramento quasi automatico. Perché Baggio era Divin Codino. Tutti erano pazzi di lui, fuori e dentro la Juve. Fuoriclasse indiscutibile. Ecco perché sorge una domanda: di quale giocatore oggi dovrebbe innamorarsi un tifoso bianconero?

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