A So Foot. «È molto presente quotidianamente, ci parla tanto e non esita a battere il pugno sul tavolo». A Boban, Ibra aveva detto: «Comando io, gli altri ascoltano»

Ismaël Bennacer, centrocampista del Milan, ha rilasciato un’intervista dopo aver vinto la Supercoppa italiana contro l’Inter. Ad intervistarlo il portale francese So Foot. Tra le varie domande di rito, ce ne sono un paio piuttosto interessanti. Due di queste riguardano il nuovo ruolo di Ibrahimovic al Milan. Per farla breve, alla fine fa il team manager.
Bennacer: «Ibra è molto presente quotidianamente, ci parla tanto e non esita a battere il pugno sul tavolo»
Dal tuo arrivo il club è cambiato molto. Questa estate stavi per lasciare il Milan:
«Ci sono stati cambiamenti a tutti i livelli, ma francamente non ho mai avuto paura. Sono un giocatore che ha dovuto dimostrare sempre e costantemente, durante tutta la mia carriera. Vado avanti sfidando me stesso e dicendomi che devo lottare per dimostrare che sono al livello. Non sono mai in una zona di comfort, mi metto sempre in discussione e la competizione, le avversità, le difficoltà, questo è ciò che mi spinge e mi fa venire voglia di superare me stesso».
Conoscevi Zlatan da giocatore e ora da allenatore. Sembra davvero diverso nel suo abito a tre pezzi?
«Voglio dirtelo, Zlatan, è Zlatan! (Ride.) Più seriamente, ha mantenuto gli stessi standard che aveva come giocatore. Anche se il suo ruolo è completamente diverso, sa comunque parlare con i giocatori e rimane molto legato al gruppo. È una persona molto ambiziosa, che deve ancora imparare molto nel suo nuovo ruolo, ma punta al massimo e dà il massimo per il Milan».
Qual è il suo ruolo, concretamente?
«È molto presente quotidianamente, viene alla maggior parte degli allenamenti, ci parla tanto e non esita a battere il pugno sul tavolo quando necessario. È il ponte tra la squadra e il management, il suo ruolo è importante».
Durante la tua fuga in Arabia Saudita hai avuto modo di rivedere un certo Stefano Pioli.
«Ci ha reso estremamente felici di rivederlo. Dal punto di vista personale ho avuto un rapporto molto forte con lui. Al di là dell’allenatore che è, è soprattutto l’aspetto umano che tengo, è un grandissimo uomo, ho un rispetto enorme per l’uomo e per il Mister».
Cosa ricordi di questo periodo d’oro 2021-2023?
«Non siamo partiti favoriti, ma abbiamo mantenuto questo obiettivo nella nostra mente. Abbiamo iniziato molto bene la stagione, il che ci ha permesso di entrare in una dinamica positiva e poi abbiamo preso le partite una dopo l’altra dicendoci che potevamo fare qualcosa. La stagione successiva ci fu il gol contro il Napoli nei quarti di Champions, e più in generale il nostro cammino in Champions League rimarrà uno dei momenti più importanti della mia carriera».
Ibrahimovic: «Le mie assenze? Quando il leone va via, i gatti si avvicinano. Quando il leone torna, i gatti spariscono»
Zlatan Ibrahimovic, dirigente del Milan, ha parlato ai microfoni di Sky Sport prima della partita di Champions League contro il Liverpool. Viste le risposte, Ibra probabilmente non ha ancora del tutto abbandonato i panni del calciatore star.
Lo svedese ha risposto a una domanda di Boban che gli chiedeva quale fosse il suo ruolo in società: «Le mie assenze? Quando il leone va via, i gatti si avvicinano, quando il leone torna, i gatti spariscono. Il livello è basso… Il mio ruolo? È semplice. Tanti parlano. Comando io e gli altri ascoltano»