A Repubblica: «Nel 2023 criticai Malagò, la vicenda fu archiviata. Questa indagine è il mio collare d’oro. Sinner ha bisogno di stare con gli amici veri».
Il presidente della Federtennis Angelo Binaghi è stato accusato di dichiarazioni lesive e violazione del codice di comportamento; per questo, dovrà presentarsi negli uffici della procura federale. Ne parla in un’intervista a Repubblica.
Scrive Repubblica: Binaghi, 64 anni, è noto per la sua ostinata opposizione al sistema Coni e la feroce rivalità con Giovanni Malagò. Il fascicolo è stato aperto alla fine del 2024.
Binaghi: «Voglio esprimermi come meglio credo, nessuno può intimidirmi»
«Mi viene in mente Andreotti quando diceva che a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca. Nel 2023 durante la Davis ero stato richiamato dal Garante per un’intervista in cui avevo criticato Malagò. Sono stato invitato due volte a chiarire il mio pensiero e la vicenda è stata archiviata. Dai rumors che mi arrivano, in Giunta Coni si è discusso su un eventuale intervento del Garante in merito a una mia altra recente intervista. Pensi che onore, sono indagati Meloni e Sinner, e ora lo sarei anche io. Vado fiero delle mie idee, nessuno può intimidirmi. Se mai fosse, chiederei un processo a porte aperte con la tv. Voglio potermi esprimere con gli stessi diritti e limiti che sono garantiti per legge a tutti i cittadini italiani. Se il problema è cosa dico, mi denuncino alla procura della Repubblica. Quest’indagine è il mio collare d’oro, mettiamola così».
L’assenza di Sinner al Quirinale ha fatto rumore…
«Jannik fa notizia sempre, per quasi trent’anni noi al Colle non ci siamo mai passati, adesso è la terza volta in quattro anni. Se tutto va bene, nel futuro farà notizia se chiuderemo una stagione senza una grande vittoria».
Come si protegge Sinner?
«Mi preoccuperei molto meno del suo stato fisico e molto di più di quegli aspetti relativi alla sfera emozionale e relazionale. Ha bisogno di stare con gli amici veri e le persone con cui è cresciuto».
Sinner nelle sue interviste sembra reclamare il diritto di riprendersi la sua vita…
«Ha diritto agli svaghi. Vogliamo tutelare un ragazzo che valorizza l’Italia con immagine e condotta impeccabili? Allora accettiamo di lasciarlo in pace. Altrimenti costringiamolo ad andare o a Sanremo o da Vespa. Quelli che oggi fanno i censori di Jannik sono gli stessi che lo hanno massacrato perché rinunciò a Tokyo o alla Davis per allenarsi».
Che rapporto c’è tra l’esplosione del numero 1 al mondo e la crescita del movimento tennistico?
«Il merito di Jannik è solo dei suoi geni e del contesto in cui è stato educato. L’Italia ha 11 giocatori tra i primi 100 del mondo, e ciò significa che anche lui è cresciuto in un contesto virtuoso che almeno non ha limitato le sue potenzialità. Quando sono arrivato nel 2001 la federazione era disastrata. Sinner ha usufruito delle nostre riforme».