Alla Gazzetta: «Mi ispiro a Klopp. In Serie A vedo che anche i miei ex compagni di squadra hanno difficoltà ad allenare, ma un giorno tornerò».
Diventato poche settimane fa allenatore della Dinamo Zagabria, Fabio Cannavaro ha parlato dei suoi metodi in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
Cannavaro: «Il mio calcio è rock and roll, mi ispiro a Klopp»
Nessuno l’ha cercata in Italia dopo l’esperienza all’Udinese?
«Qualcuno ha detto che ho poca esperienza. Amo l’Italia, la Serie A è il torneo più difficile dopo la Premier e un giorno tornerò. Ma vedo che anche i miei ex compagni di squadra hanno difficoltà».
Com’è Zagabria?
«E chi l’ha vista?! Sto in una stanza allo stadio, come Spalletti a Castelvolturno. Rimango dalle 8 e mezza del mattino per dodici ore».
Qual è il suo calcio?
«Un calcio dove non conta il possesso palla, ma l’intensità. Quello di cui parla Klopp, rock and roll, verticale, avanti e indietro».
Com’è il calcio croato?
«Grande scuola, molto tecnica. Devono migliorare fisicamente e tatticamente, ma sono 4 milioni di persone e hanno risultati da grande Paese. Mi ricordano l’Uruguay».
Ha studiato il Milan di Conceiçao?
«Mi piace che non molla mai, è una squadra che alterna entusiasmo a cali improvvisi. Leao è lo spauracchio di tutti, se è motivato può fare la differenza. Cosa gli direi? I tempi in cui il capitano attaccava al muro i compagni ormai sono finiti. Oggi tocca agli allenatori gestire certe situazioni».
L’ex capitano della Nazionale: «Thiago Motta? A volte la Juve gioca peggio dell’anno scorso»
I problemi della Juve quali sono secondo lei?
«Il fatto di essere ripartita da zero. Ds nuovo, allenatore nuovo, tanti giocatori nuovi: non è mai facile. perché per ricostruire ci vuole tempo e alla Juventus il tempo non sempre te lo danno, perché secondo me ci vogliono tre anni per completare il progetto, ma al secondo anno in cui non vinci a Torino diventa difficile. Credo poi che ci fosse una grande aspettativa per un calcio più spettacolare e, invece, a volte giocano in modo anche peggiore rispetto all’anno scorso, quando si diceva peste e corna di Allegri. Però Thiago è bravo, sta lavorando tanto, bisogna avere pazienza, si vince anche attraverso un percorso e non ci sono scorciatoie».