Alla presentazione: «Auguro ai miei ex compagni ciò che meritano, ho conosciuto solo gente fantastica». Evidentemente era convinto che col tempo avrebbe scalzato Meret
Elia Caprile è da una settimana il nuovo portiere del Cagliari. Al Napoli è arrivato – in uno scambio di prestiti – Simone Scuffet, altro ragazzo (ormai 28enne) dichiarato come predestinato ad inizio carriera. Un compaesano di Meret, tra le altre cose. L’ormai ex portiere del Napoli è oggi intervenuto in presentazione dinanzi alla stampa sarda e ha parlato della sua esperienza napoletana, oltre che in generale delle sue aspirazioni come calciatore.
Caprile: «Ho espresso al Napoli la volontà di andare a giocare»
Di seguito un estratto della conferenza di presentazione al Cagliari:
Quanto ha impiegato a dire sì al Cagliari?
«Pochissimo. Sapevo che poteva essere una grande occasione. Contro il Milan ho fatto una grande prestazione, ma l’ha fatta pure tutta la squadra. Ora testa al Lecce. Sono molto contento di essere qui.»
Come è nata la trattativa?
«Ho fatto presente le mie intenzioni di giocare al Napoli che si è subito interessato e mi ha fatto sapere del Cagliari.»
Qual è il tuo obiettivo personale?
«Cercare di migliorarmi, sempre. A fine anno tirerò le somme. Anzitutto la salvezza del Cagliari, poi si vedrà.»
Cosa ha trovato in te il tecnico Nicola?
«Domanda da fare al mister, non saprei. Si fida di me, mi vede come il portiere che lo può portare alla salvezza e mi fa piacere.»
Sei già diventato Sant’Elia (come il vecchio stadio, ndr). Ti fa piacere?
«Certamente. Cerco di essere il punto di riferimento per i miei compagni. La società stessa ha fatto subito un post divertente dopo Milano.»
Come hai trovato il pubblico di Cagliari che hai già visto in passato?
«Giocare qui è sempre un ‘casino’. Il pubblico è grande, già visto quando giocavo con Bari e Empoli. Sarà il nostro punto di forza, domenica contro il Lecce si faranno di certo sentire.»
Qual è un primo bilancio della tua carriera?
«Sono felice, faccio quello che mi piace. I miei genitori mi hanno sempre insegnato a lavorare sodo. Soldi, sponsor, grandi squadre sono cose che mi interessano poco. Oggi i bimbi si avvicinano al calcio non per i soldi, ma per il piacere di giocare. Sabato ho chiamato i miei e la mia ragazza: ero felice perché ero tornato a giocare.»
Un commento sulla tua esperienza a Napoli?
«Non posso che parlare bene, gente fantastica. Ma avevo bisogno di giocare. Auguro al Napoli di ottenere ciò che merita.»