È stato per una vita un simbolo della juventinità. Il Conte napoletano è un uomo più maturo, capace di aprirsi alla passione della gente
Napoli-Juventus significa Conte contro il suo passato. Un passato che il tecnico del Napoli non ha mai dimenticato ma da professionista qual è adesso è immerso nel progetto Napoli. Come scrive la Gazzetta, il suo nome è una garanzia, dovunque sia andato. E anzi, a Napoli, Antonio è un allenatore anche più maturo.
Quello che Conte sta facendo a Napoli è l’ennesima dimostrazione di grandezza
Scrive la Gazzetta con Vincenzo D’Angelo:
Antonio Conte è stato per una vita un simbolo della juventinità: una bandiera, un vanto per il popolo bianconero. Ha vinto quasi tutto ciò che si poteva vincere, in Italia e in Europa. Antonio è stato anche l’uomo che ha permesso alla Juve di tornare vincente e dominante dopo la parentesi di Calciopoli. Era la prima esperienza su una grande panchina di A, ma è stata quella che gli ha cambiato la carriera da tecnico. Tre scudetti in fila con la ciliegina nella stagione dei record di sempre in Serie A: 102 punti in campionato.
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Conte è completamente assorto dalla nuova vita napoletana. È un tutt’uno con l’ambiente, è un tifoso aggiunto oltre che il leader sportivo. Ha scelto di vivere in centro città, che ama girare a piedi come fosse un cittadino qualsiasi. Come se il cappello in testa e gli occhiali da sole potessero renderlo invisibile all’amore dei napoletani. E ogni settimana dedica un post allenamento ai tifosi ammassati all’esterno di Castel Volturno, per una sessione di foto e autografi. Con bambini in braccio e mamme e papà stupiti e commossi. Ha preso il megafono per dire grazie alle migliaia di persone arrivate a Capodichino a festeggiare la vittoria di Bergamo. Le stesse persone che si esaltano quando lo vedono correre ed esultare dopo i gol del loro Napoli. Perché Conte è questo, un catalizzatore di emozioni. Un capopopolo vero. E Napoli è pazza di lui.