In conferenza: «Questo è un altro Napoli rispetto allo scudetto, a maggior ragione con la partenza di un pezzo da novanta come Kvara»
La conferenza stampa di Antonio Conte alla vigilia di Atalanta-Napoli in programma domani sera.
Disse “faremo di tutto per restare lassù”. Ma si può fare senza Kvara o un’alternativa a Kvara?
«Abbiamo fatto 47 punti che sono frutto di grande lavoro. Oggi ci soffermiamo su Kvara ma se andiamo ad analizzare rispetto all’anno scorso, lo stiamo facendo senza tre giocatori (quattro rispetto allo scudetto). Osimhen, Zielinski, Kim era partito l’anno scorso. Ora Kvara. È un dato oggettivo, a livello soggettivo ognuno può dire la propria. Il Napoli è più forte o no, ha bisogno di questo o altro. Penso anche a Mario Rui che nell’anno dello scudetto giocava. Anche Elmas sì. Questo adesso è un altro Napoli. Con la partenza di Kvara è un Napoli sicuramente diverso rispetto a quello dello scudetto che comunque l’anno scorso non ha avuto un buon campionato. Dobbiamo continuare a lavorare. Il lavoro ci ha portato a 47 punti, finora siamo stati la squadra più volte in testa alla classifica. È un Napoli diverso, è un altro Napoli soprattutto adesso che è andato via un altro pezzo da novanta».
Si aspetta altro dopo la cessione di Kvara o basta Neres?
«Dovete chiederlo al club. Sono venuto a Napoli per cercare di aiutare il Napoli in un momento di difficoltà, ho sposato questo club, questa situazione, perché avevo il piacere di vivere un’esperienza in una città come Napoli che ha tutta questa passione. Cerchiamo di fare le cose nel migliore dei modi. Conosciamo i nostri limiti rispetto ad altri club. Ma dobbiamo essere ambiziosi. Senza ambizione non ci sarebbe determinazione né la cattiveria agonistica che ci hanno portati fin qui. Dico sempre: testa bassa e pedalare. Ci sono cose che possiamo indirizzare, altro che non possiamo indirizzare. Perderemmo solo energia a pensare ad altro, non voglio perdere energia. Oggi devo essere molto concentrato sulla squadra. Stiamo facendo qualcosa di bello, devo tutelarlo nel modo migliore possibile. Questi ragazzi meritano di essere tutelati».
L’Atalanta, dopo la sconfitta disse: “Oggi sono più forti di noi”. Da allora allora il Napoli ha vinto sette partite su nove, esiste un gap da colmare?
«Se vedi l’Atalanta, ha vinto undici partite consecutive. Stiamo parlando di una squadra che forte era e forte è rimasta. È consapevole perché hanno vinto l’Europa League battendo i campioni di Germania. È una realtà da un po’ di tempo ma quando vinci acquisisci stima e consapevolezza di giocarsela con tutti. Anche con il Real Madrid, è stata una partita apertissima. Dobbiamo concentrarci su di noi. Il Napoli è cresciuto da quella partita, dobbiamo continuare questo processo. Abbiamo bisogno di queste partite per misurarci e capire come stiamo, quanto manca, quanto c’è da lavorare per avvicinarci sempre di più e sperare un giorno di vincere».
Kvara strappo tecnico e anche emotivo, quali le conseguenze sullo spogliatoio? Si aspetta una reazione?
«Gennaio avevo detto che era un mese particolare. Al di là del fatto che si chiami mercato di riparazione. Noi oggi siamo a metà mese e sono già usciti quattro giocator:. Caprile, Folorunsho, Zerbin, Kvara. Per le dinamiche che si creano nello spogliatoio, dinamiche umane che si creano dopo sei mesi, è inevitabile che scossoni così forti possano creare piccoli scompensi. Dovremo essere bravi a mantenere l’unità che abbiamo creato. I punti che abbiamo fatto sono frutto di 24 calciatori non solo di quelli che sono andati in campo. Sono soddisfatto di chi è arrivato, hanno bisogno di adattarsi alla metodologia, dobbiamo essere bravi a creare di nuovo quell’alchimia e sopperire ad assenze importanti come quella di Kvara. Sono dinamiche calcistiche».
Domani sfida scudetto, partita così importante aiuta a superare la partenza di Kvara?
«Quando si è trovata la soluzione di uscita, il gruppo ha dovuto metabolizzare la partenza. La realtà quotidiana ti impone di metabolizzare subito, cercare di impegnarti ancora di più per sopperire a qualsiasi situazione che può sembrare penalizzante per la propria squadra. La classifica dice che siamo primi e l’Atalanta è vicina come c’è l’Inter. Non me la sento di dire che è una sfida scudetto, so che dobbiamo fare gli step. Ancora è troppo presto per farmi dire che una nostra partita sia una sfida scudetto. Andiamo avanti per la nostra strada e mettere fieno in cascina. Ne abbiamo messo e questo ci consente di andare domani a Bergamo e non essere impiccati dal risultato. Sono sfide che ci devono parlare, far capire a che punto siamo del nostro percorso».
Quanto vale la passione ritrovata di Napoli?
«La passione non puoi toglierla al tifoso del Napoli, c’è a prescindere dai risultati, c’è un tale attaccamento che fai fatica a non percepirlo. C’è grande passione, noi dobbiamo alimentare questa passione, senza rimpianti e lasciando il campo con la maglia sudata. Il tifoso deve apprezzare che noi dobbiamo dare sempre tutto».
È arrivata la svolta anche nel gioco.
«È difficile vincere i campionati o entrare in zona Champions se non produci qualcosa di bello. Poi ci sono situazioni che a volte sono più pompate a livello mediatico, altre no, per determinate interessi. Se tu produci tanti punti, non penso sia fortuna, caso, o perché altre squadre stanno performando di meno. Abbiamo dovuto adattarci a determinate situazioni, penso anche all’arrivo di alcuni calciatori all’ultimo momento che però hanno dato tutti grande disponibilità».