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Conte andò ai rigori con la Germania con De Sciglio, Sturaro e Giaccherini. Può giocare senza il sostituto di Kvara

La sua frase «o facciamo le cose come dio comanda oppure continuiamo così». Ha bisogno di uomini di fiducia per lavorarne prima le menti, poi i piedi

Conte andò ai rigori con la Germania con De Sciglio, Sturaro e Giaccherini. Può giocare senza il sostituto di Kvara
Mg Parigi (Francia) 27/06/2016 - Euro 2016 / Italia-Spagna / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Antonio Conte-Cuneyt Cakir

Antonio Conte nel 2016 disputò un Europeo di tutto rispetto forse con una delle Nazionali meno tecniche di sempre. Diciamo anche più scarse di sempre. In attacco il duo era Eder-Pellè, si alternavano con Zaza (non proprio Vieri). A centrocampo Sturaro (che contro la Germania sostituì Thiago Motta squalificato) e Giaccherini oltre a Parolo. In difesa il quartetto della Juventus che aveva già conosciuto a Torino con Buffon, poi Barzagli-Bonucci-Chiellini. Senza dimenticare De Sciglio. Eder in quel periodo giocava all’Inter e faceva panchina con Roberto Mancini che giustamente gli preferiva Jovetic o Icardi. Pellè iniziò al Cesena in Serie B ed è finito per giochicchiare in Cina dopo quegli Europei (diciamo da protagonista). In mezzo Az Alkmaar e Feyenoord e poco altro. Anzi si potrebbe quasi dire che quella competizione – culminata poi con una figuraccia su calcio di rigore contro la Germania (sfidò psicologicamente Neuer mimando il cucchiaio, finì malissimo) – sia stato tra i momenti più alti della sua carriera. Conte fu molto criticato per le scelte da selezionatore: lasciò a casa Pirlo (sul viale del tramonto, era finito a giocare al New York City), considerava Insigne punta. Contro la Germania ai quarti lasciò in panchina sia Insigne sia Immobile che poi sarebbe stato capocannoniere in Serie A.

Ciò per affermare che l’allenatore del Napoli certo non ha paura di giocare senza Kvaratskhelia. Di finire la partita a Bergamo con Mazzocchi e Spinazzola come ala destra e sinistra. In quella Nazionale fece sembrare un funambolo uno come Giaccherini e invalicabile De Sciglio. Conte ha bisogno di uomini di fiducia, che vadano «in guerra per lui» come ha dichiarato ieri ed è il migliore in circolazione a convincere un gruppo di lavoro a sudare freddo e a sanguinare per un obiettivo. Altrimenti non avrebbe vinto uno scudetto con Estigarribia, Simone Pepe e Matri come punta centrale. Con tutto il rispetto per questi tre calciatori, ma la Juventus di quel tempo se la giocava con il Milan di Pato, Ibrahimovic, Robinho, Cassano, Thiago Silva, Inzaghi, Nesta, Zambrotta, Seedorf. E potremmo continuare l’elenco.

Quando Conte cambiò in corso d’opera, proprio a Napoli

Fu in un assurdo 3-3 all’allora San Paolo che Conte decise di dare una svolta alla sua Juventus. Ripetiamo, la diede con Estigarribia laterale sinistro (che tra l’altro segnò a De Sanctis). Si inventò un 3-5-2 di raro dominio ma con in campo calciatori che oggi forse messi insieme avrebbero difficoltà ad arrivare a metà classifica (se consideriamo che la Roma è decima con Dybala e Paredes, con Pellegrini e Hummels). E lo stesso portò in Nazionale. Lo stesso spirito di abnegazione, di sangue e terra (o merda, se preferite). Ieri il suo Napoli ha stravinto a Bergamo (sì, stravinto) e ci è sembrato di rivedere, dando uno sguardo più generale, quella Nazionale che distrusse la fortissima Spagna agli ottavi agli Europei del 2016 e che fu fermata solo dai rigori di Zaza e Pellè (solo perché sui rigori Conte poteva incidere ben poco) calciati in modo orrido. E attenzione, chi scrive non crede si tratti di una questione di umiltà: è bensì una precisa scelta gestionale.

È per questo che ieri, ad una domanda di Sky, ha detto chiaro e tondo che sarebbe inutile prendere un giovane di prospettiva al posto di Kvara. Inutile. «Lascio al club la decisione – ha detto -. Non entro nel merito del mercato. Se dovessero chiedermi qualcosa, dirò la mia. Giocatori di prospettiva? Prospettiva per cosa? Se le cose vanno fatte, devono essere fatte nella maniera giusta, non facciamo ridere. Le cose devono essere fatte come dio comanda altrimenti andiamo avanti con questi ragazzi».

Perché Conte ha bisogno di uomini fidati, prima che di calciatori rinomati e di qualità. E quando non sono fidati, li fa diventare tali. Con lui Vucinic sembrò la seconda punta più tecnica d’Europa, in realtà sapeva solo relazionarsi perfettamente al suo contesto. Così Eder fece due sgasate e batté la Svezia al 90esimo e ci mandò agli ottavi. Andò ai rigori contro la Germania con Sturaro e De Sciglio. Figuriamoci se Conte ha paura di giocare 17 partite senza Kvaratskhelia o un suo eventuale sostituto.

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