Il dirigente rossonero dopo la vittoria della Supercoppa: «Questa coppa è la reazione che cercavamo. In pochi giorni il nuovo tecnico e lo staff hanno fatto un grande lavoro».
Ieri il Milan ha vinto la Supercoppa Italiana contro l’Inter in rimonta 3-2. Zlatan Ibrahimovic ha tenuto un discorso post-trionfo negli spogliatoi, in cui ha scherzato sull’atteggiamento combattivo del neo tecnico Sergio Conceiçao.
Ibrahimovic: «Menomale che Conceiçao aveva la febbre, altrimenti spaccava più di un televisore»
Il dirigente rossonero ha dichiarato:
«Abbiamo raggiunto uno dei nostri obiettivi. Quello che abbiamo cercato è una reazione: questa coppa è la nostra reazione. Prima di parlare, voglio fare i complimenti al mister e al suo staff: in pochi giorni avete fatto un grande lavoro. Menomale che avevi la febbre, Sergio, sennò spaccavi più di un televisore… Complimenti anche ai giocatori. Questo trofeo l’avete vinto con sudore, sacrificio e voglia di vincere. Quando una squadra ha questa voglia di vincere è difficile batterla, è difficile. Quando abbiamo iniziato il campionato, vi ho detto che tutto dipende da noi, perché è tutto dentro la testa. Oggi lo avete dimostrato. Adesso torniamo in Italia, portiamo questa mentalità, recuperiamo punti per essere dove dobbiamo essere. Poi complimenti anche a tutti coloro che erano con noi con la squadra: è anche merito vostro, anche se non siete famosi e in campo, però siete importanti come quelli che giocano. Questo è il Milan, giochiamo per questi trofei: chi vuole entrare nella storia del Milan deve vincere queste coppe».
Inter ko nel modo più doloroso. Inzaghi perde l’ennesimo derby in rimonta
I derby non fanno per Simone Inzaghi. Né i derby né i cambi. È un bravissimo allenatore ma con le sostituzioni ha un problema. E pure con i derby. L’Inter stava vincendo 2-0 la finale di Supercoppa italiana e ha finito col perdere 3-2. Il Milan dell’immenso Conceiçao (finalmente un tecnico allegriano) ha segnato tre gol ai nerazzurri: prima Theo, poi Pulisic (bellissimo) e infine il terzo di Abraham con un’azione di prima e in verticale (oh cielo, il calcio in verticale).