“Risparmiateci le inutili lamentele sulla cultura machista del calcio. L’intervista all’arbitro Coote è monetizzazione dell’angoscia, denaro in cambio di lussuria, lacrime in cambio di clic”
Al Guardian non è andata giù l’intervista del Sun a David Coote, l’arbitro inglese caduto in disgrazia per il video nel quale offendeva Klopp. Nell’intervista – ripresa da tutta la stampa inglese, Guardian compreso – Coote parla della difficoltà di vivere la sua omosessualità nel mondo del calcio. Ma secondo Barney Ronay l’operazione “solleva alcune domande. Innanzitutto perché David Coote ha deciso di rilasciare un’intervista al quotidiano Sun che non ha alcuno scopo evidente se non quello di dichiarare di essere gay? In secondo luogo, perché il Sun ha voluto fare questa intervista e, una volta lì, perché ha scelto di inquadrarla come un classico coming out, come se fosse il 1986 e David Coote fosse il ministro delle patate? E in terzo luogo, perché questo giornalista del Guardian ora si lamenta di questo fatto?”
“Probabilmente sono le uniche domande davvero interessanti che emergono dalla rivelazione che un uomo che in passato ha lavorato nel calcio è gay”.
Davvero qualcuno crede che il motivo dell’intervista sia un tentativo di abbattere la “cultura machista” del calcio? Si chiede l’editorialista. Ma quando mai: “Il pubblico odia gli arbitri molto di più semplicemente perché sono arbitri. La reazione prevalente sui social è stata un impaziente, sì, va bene, ok, ma cosa c’entra questo con il Var?”.
“L’articolo sembra convinto in ogni momento di dirci qualcosa di vitale. Ma cosa esattamente? Ci sono due problemi evidenti. Il primo è la presentazione di tutto questo come una storia principalmente gay, combinata con continui commenti preventivi del tipo “non che ci sia niente di sbagliato in questo”. A volte l’intera faccenda sembra un pezzo molto intelligente di satira performativa sulla capacità del calcio di annodarsi sull’omosessualità”.
“L’omosessualità di David Coote è una storia legittima di per sé? Non proprio. L’arbitro inglese Ryan Atkin ha fatto coming out sette anni fa, ma non è stata una notizia da prima pagina con video-intervista. James Adcock, che ha arbitrato in Premier League, ha fatto coming out tre anni fa ed è finito in un trafiletto. Allora perché Coote è gay in cima alla lista?”.
“La gente ama il gossip. Il Sun è tutto incentrato sulle notizie, racconta la storia e ottiene lo scoop nei minimi dettagli. È molto bravo in questo. Ecco una storia e un titolo che la gente leggerà. Benvenuti nel nostro settore. Il problema qui è il tono e lo scopo di questa storia. Risparmiateci le inutili lamentele sulle culture macho. La presentazione di questa come una storia gay, in prima linea, dritta come una palla da demolizione, è semplicemente una monetizzazione dell’angoscia di Coote, denaro in cambio di lussuria, lacrime in cambio di clic”.
“Questo è innegabilmente positivo per il modello di fatturato del Sun. Ma raggiunge il suo scopo di normalizzare questo problema?”. No, perché c’è un altro problema: “l’associazione dell’omosessualità con il vizio, l’idea degli uomini gay come outsider problematici, inaffidabili e inaffidabili”.