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Il Napoli di Conte non è quello di Sarri e nemmeno di Spalletti: è pratico, tremendo al momento giusto (Damascelli)

Sul Giornale. Conte ha fatto intendere che ormai il primato è frutto di un lavoro feroce e intenso. Potrebbe essere stata la vittoria scudetto.

Il Napoli di Conte non è quello di Sarri e nemmeno di Spalletti: è pratico, tremendo al momento giusto (Damascelli)
Lazio's Italian coach Maurizio Sarri (L) and Napoli's Italian coach Luciano Spalletti greet prior to the Italian Serie A football match between Napoli and Lazio on March 3, 2023 at the Diego-Maradona stadium in Naples. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Il Napoli di Conte non è quello di Sarri e nemmeno di Spalletti: è pratico, tremendo al momento giusto (Damascelli)

Sul Giornale l’analisi di Tony Damascelli per Atalanta-Napoli 2-3.

Ecco cosa scrive del Napoli.

C’è qualcosa di buono da vedere, a Bergamo, ad esempio, Atalanta e Napoli hanno spiegato i motivi della loro classifica e della qualità del calcio allestito dai due allenatori. La squadra di Gasperini si è ritrovata dopo le ultime esibizioni incerte ma il tecnico ha di nuovo sbagliato i cambi, Conte ha fatto intendere che ormai il primato è frutto di un lavoro feroce e intenso come non era accaduto nella scorsa stagione. Non è il Napoli di Sarri e nemmeno quello di Spalletti, è diverso, pratico, tremendo al momento giusto, immagine solida che può rinforzarsi con gli arrivi di mercato, potrebbe essere stata la vittoria scudetto.

La rosicata del Corriere Bergamo per il Napoli di Conte (dal Napolista)

Sono inenarrabili i danni che ha provocato il cosiddetto giochismo. Molti più della grandine. All’indomani di Atalanta-Napoli 2-3, il Corriere di Bergamo non riesce a trattenersi e candida la città a capitale della rosicata (per la cultura c’è tempo). La meraviglia è un passaggio in cui scrivono che il Napoli gioca solo per il risultato, come se fosse un’offesa, come se il risultato non fosse il fine ultimo (ma anche primo) delle partite.

Scrive il Corriere di Bergamo all’indomani della sconfitta:

Vince il Napoli, che sublima il calcio di Conte e allunga in testa alla classifica, mentre l’Atalanta perde nel risultato ma non nella prestazione, che però non fa classifica. Ora la capolista è a +7 e riprenderla sarà un problema, dato che i partenopei giocano solo in campionato e — soprattutto — giocano solo per il risultato. Conte stavolta ha difeso a lungo con tutti i giocatori di movimento dietro la linea della palla, e ha addirittura chiuso la partita con Mazzocchi e Spinazzola — due terzini — ala destra e ala sinistra. E nella logica di un calcio cinico, fatto di contropiedi e di qualità degli attaccanti, il Napoli ha anche sfruttato al massimo gli errori dell’Atalanta nelle azioni dei gol.

Sul piano del gioco non c’è dubbio che ha fatto meglio l’Atalanta, ma questo succede a tante rivali del Napoli, che poi comunque perdono. I nerazzurri, in vantaggio col 14° gol di Retegui, sono stati rimontati, hanno riacciuffato il pareggio con un ottimo Lookman e hanno perso nel finale per un errore che i rivali hanno sfruttato al massimo. Di motivi per recriminare ce ne sono pochi, l’Atalanta s’è fermata dopo 15 risultati utili ma la sensazione è che, giocando come ha fatto col Napoli, la conquista della zona Champions sia probabile. E Bergamo dev’essere orgogliosa di una squadra che fa calcio. Ricordiamoci che terzo posto finale qui vale uno scudetto. È vietatissimo intristirsi.

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