La fatica c’entra, ma c’entrano anche le scelte di Motta. Vlahovic è entrato a dieci dalla fine. Poteva dare un contributo diverso, non ha avuto la possibilità
Anche La Stampa commenta la sconfitta della Juventus di Motta. Quella scritta da Guglielmo Buccheri non è una critica feroce, spietata. Ma tra le righe sembra di leggere le stesse critiche che un tempo venivano fatte a Massimiliano Allegri, quando schierava dei giocatori “fuori” dal loro ruolo naturale. Così sta facendo Motta da un po’ di tempo a questa parte. Con McKennie ad esempio, colpevole sull’1-1 di Anguissa.
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Motta parla di fatiche Champions, c’entrano ma c’entrano anche le sue scelte
Su La Stampa si legge:
La nuova Juve ha un senso se si mostra come un’orchestra dove ogni interprete porta a termine la propria missione: altrimenti sono guai. Ma per compiere fino in fondo ciò per cui si va in campo servono conoscenze e conoscenze approfondite: se qualcosa si inceppa, non c’è paracadute. Così accade che McKennie esterno “basso” possa funzionare una, due, tre volte, ma, alla lunga, può cadere: ieri è caduto.
E così accade anche con Locatelli di sdoppiarsi tra centrocampo e centro delle difesa sia una sfida suggestiva e già riuscita, ma può trasformarsi in una scommessa scivolosa come quando il capitano bianconero si è trovato davanti McTominay per stenderlo nel cuore dell’area in modo fin troppo goffo.
Nell’ultima parte del pazzo la critica alle scelte di Motta, come quella di schierare Vlahovic a dieci minuti dalla fine:
La fatica c’entra, ma c’entrano anche le scelte. Vlahovic si è alzato dalla panchina a dieci dal sipario per finire sotto i riflettori tre minuti dopo. La Juve era sotto da un po’, l’attaccante serbo poteva dare un contributo diverso, non ha avuto la possibilità.