Al Messaggero: «Penso abbia avuto una funzione galvanizzatrice. Grazie anche alla Federazione, ha portato tennisti e tenniste fra i primi al mondo»
Malagò ha rilasciato un’intervista al Messaggero per “festeggiare” la vittoria di Sinner in finale degli Australian Open, la sua seconda finale consecutiva vinta a Melbourne. Gli aggettivi per Sinner ormai si sprecano, rimane e si ribadisce il fatto che abbia un potere attrattivo sul tennis.
Leggi anche: Bertolucci: «Sinner mi ricorda Djokovic, cuoce a fuoco lento l’avversario»
Malagò: «Sinner ha portato a un gruppo di tennisti e tenniste fra i primi al mondo»
Aggettivi per Sinner?
«Monumentale. Unico. Ma sembrano tutti banali, scontati. Adesso è lui l’alfiere di noi tutti dello sport. Il migliore degli ambasciatori. Per visibilità e prestigio è uno dei veicoli, oggi il principale, che consentono allo sport italiano di essere universalmente riconosciuto ed apprezzato».
«Mi pare che con lui (Sinner, ndr) ci sia tutto un movimento che è orgoglioso di avere un campione del valore di Jannik, che però non è un caso isolato, come talvolta abbiamo registrato in certe discipline. Sinner è un fenomeno, ma penso che abbia avuto anche una funzione galvanizzatrice che, grazie anche al lavoro della Federazione, ha portato a un gruppo di tennisti e tenniste che sono fra i primi al mondo. Jannik è la punta di diamante, ma l’emulazione, che è tutt’altro che l’invidia, ha probabilmente contribuito a quei grandi risultati come la Coppa Davis o la Billie Jean King Cup».
Potrebbe quindi portare ad un avanzamento della pratica e della cultura sportiva?
«Sì, come Federica Pellegrini ha portato a nuotare tante bambine, o Valentino Rossi ha rappresentato un punto di riferimento e di interesse per gli appassionati di motociclismo o quelli che si appassionati per lui. Infinite ricerche di mercato e tutti i sondaggi parlano di questo fenomeno, l’emulazione. Penso che i numeri che ci fa conoscere la Federazione Tennis con i suoi tesserati stiano già a indicare questa direzione».
Sinner in Italia piace a tutti…
«Sicuro che noi italiano dobbiamo essere, e siamo, orgogliosi di quello che Jannik ha fatto, e fiduciosi per quello che farà in futuro».
Però all’estero, tante polemiche, il clostebol, le allusioni, i titoli eccetera…
«Naturalmente non mi presto a queste strumentalizzazioni, sono istituzionale e un dirigente sportivo non può… Però l’ho già detto: sono totalmente dalla sua parte».