Su Libero: “Non regge più la scusante di Thiago Motta che incolpa i tanti impegni della sua squadra come causa di questi cedimenti”
Su Libero, Luciano Moggi commenta i risultati delle big nell’ultima giornata di Serie A. L’argomento principale è la sconfitta della Juventus per mano del Napoli. Cade così il baluardo delle “zero sconfitte in campionato” e Motta con la sua immaturità rischia di non raggiungere l’obiettivo minimo del club: la qualificazione alla prossima Champions.
Le scuse di Thiago Motta non reggono più
Scrive Moggi su Libero:
“Nella ripresa entrava in campo un altro Napoli che di forza pareggiava addirittura con Anguissa, per niente abbattuto dall’aver favorito il vantaggio iniziale juventino, e poi con Lukaku che su rigore trovava addirittura il gol della vittoria a coronamento di un secondo tempo in cui aveva annichilito la squadra di Thiago Motta, che perdeva nell’occasione l’imbattibilità ancora una volta da situazione di vantaggio. Nella Juventus sembra affiorare immaturità di tutti, mister compreso, che potrebbe frenare la corsa della squadra anche verso l’obiettivo minimo della qualificazione in Champions, nonostante che non ci siano grandi avversari, almeno per il quarto posto. Non regge più la scusante di Thiago Motta che incolpa i tanti impegni della sua squadra come causa di questi cedimenti oltretutto contro il Napoli che deve pensare alla sola partita settimanale”.
La Juventus di Maifredi andava meglio: era quarta, a 4 punti dal primo posto
Dieci vittorie, otto pareggi e quattro sconfitte. Che nel campionato 90-91 facevano 28 punti in classifica e oggi sarebbero 38. È lo score della famigerata Juventus di Gigione Maifredi l’allenatore che più di ogni altro incarna il fallimento del tentativo di cambiare il Dna della Vecchia Signora. Si era in pieno sacchismo. La Juve cacciò Zoff che pure aveva vinto Coppa Italia e Coppa Uefa. Ma c’era la rivoluzione del futbol che premeva, il calcio totale dell’uomo di Fusignano e a Torino non resistettero. Arrivò Luca Cordero di Montezemolo che portò Maifredi l’uomo che praticava il calcio champagne a Bologna.
Se ci fossero stati i tre punti, la Juve di Maifredi ne avrebbe avuti 38. Cioè uno in più di quella di Thiago Motta. Ma il dato succulento è un altro. Quella squadra tanto bistrattata, alla 22 esima giornata era quarta in classifica. La Sampdoria (che poi vinse lo scudetto) era prima con 32 punti. Davanti all’Inter che ne aveva 31 e al Milan fermo a 30. Quarta appunto la Juventus a 28. Ossia a due vittorie dalla Sampdoria. Come se oggi la Juventus di Thiago Motta fosse a quota 47 (il Napoli è a 53). Invece la squadra del progetto di Giuntoli (che, ricordiamo, dopo aver cacciato Ancelotti per Gattuso, ha fatto fuori anche Allegri) è a sedici punti dal Napoli. Sedici punti equivalgono a cinque vittorie e un pareggio. Nell’epoca dei due punti, sarebbero undici lunghezze. E invece erano appena quattro.