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Pagelle / Conte su Kvara ha evocato il Mourinho romanista, il Napoli è lui

Ha marcato la differenza tra progetto e miracolo, motivo per cui è nato il Napolista. Zambo Predator migliore in campo. Di Lorenzo maratoneta

Pagelle / Conte su Kvara ha evocato il Mourinho romanista, il Napoli è lui
Ni Napoli 12/01/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Hellas Verona / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: esultanza gol Andre’ Zambo Anguissa

Le pagelle di Napoli-Verona 2-0, a cura di Fabrizio d’Esposito

MERET. Al 33’ il giovane Meret diventa un disastroso Paperino: la pelota gli buca le mani e solo un incredulo Na-Politano evita il peggio. È l’unico vero brivido, per giunta autolesionista, che prova il Napule là dietro – 5,5

DI LORENZO. L’Eurocapitano è un maratoneta, quasi dodici chilometri, che dopo cinque minuti scassina la partita con un’azione, al limite dell’area gialloblù, da attaccante vero. Dapprima si allunga e dà in extremis la palla a Lukakone Nostro, indi se la riprende e tira di sinistro, che non è il suo piede. Il risultato è una pelota da flipper che dal palo va sulla schiena di Montipò e infine rotola in rete. E’ l’uno a zero che fa da architrave della partita per oltre un’ora. E Di Lorenzo offende senza fermarsi mai – 7

RRAHMANI. Il gregario che diventa leader della difesa. Stasera Amir è salvifico due volte, in scivolata su Tengstedt e poi anticipando Sarr in contropiede. Perdipiù stava per segnare due volte, con due capocciate – 7

JUAN JESUS. Nel fatale esordio contiano, nell’agosto di un secolo fa ormai, Giovannino Gesù ebbe colpa di due dei tre gol del Verona, già allora mediocre squadra. Nemmeno cinque mesi dopo, il caprone espiatorio della difesa continua invece a manifestarsi “affidabile”, per citare la pubblica riabilitazione dell’Uomo Nuovo in panca – 6,5

SPINAZZOLA. Il profeta David è il Terrore lì a sinistra ma quando tende al centro, ecco arrivare Zio Spina che un paio di volte dribbla e crossa – 6

MAZZOCCHI dall’82’. Senza voto

McTOMINAY. Lui e Zambo si accampano là davanti in un presidio permanente, laddove il loro fisico e il loro talento spingono sempre più indietro la squadra cornuta di Romeo. Scott il Rosso poteva pure segnare. Almeno due volte – 6,5

RASPADORI dal 76’. Senza voto

LOBOTKA. In una partita che dispensa bellezza e onori ai suoi compagni di squadra più visibili, al solito Robotka tocca l’onere della fatica e di svalicare la pressione gialloblù: il Napule non spreca un pallone che sia uno e il Caro Lobo amministra un possesso bulgaro del settanta per cento, alla faccia dei giochisti anti-contiani – 6,5

ANGUISSA. L’ovunquismo che segna è un’arma letale: nell’anno del Terzo, Zambo fece in tutto tre gol, adesso è a quattro e mancano diciotto partite. Stasera se n’è pure trangugiato uno in modo clamoroso. Ma va bene così. Zambo Predator è il migliore in assoluto nonché simbolo della commozione collettiva per Daniele, piccolo angelo – 7,5

POLITANO. Il primo gol principia da uno dei consueti dialoghi tra lui e l’Eurocapitano, degni della logica aristotelica. Poi però la sinistra prevale sovente sulla destra e Na-Politano si accontenta di un pendolarismo senza picchi, salvo quando ripiega in difesa e salva Meret da se stesso – 6

NGONGE dal 76’. Cirillo osa con un tiro da fuori dall’effetto maligno. Peccato – 6

LUKAKU. Due sponde, due gol. Lukakone Nostro è l’intelligenza al potere – 7

SIMEONE dal 76’. Senza voto

NERES. Il profeta David riempie due pagine del taccuino, funambolo brazileiro che ferma il tempo e ci riporta alla poetica di un calcio d’antan. I versi di Neres sono salmi pragmatici, come i due assist per i gol mancati di Zambo e Scott il Rosso. E ci fermiamo qui – 7

ZERBIN dall’89’. Senza voto

CONTE. Alla prima di ritorno, il Napoli non è solo ancora in testa ma ha già undici punti di vantaggio sulla quarta in classifica, la Lazio, a parità di partite. Premesso questo, il contismo continua a vincere con una varietà senza eguali di prestazioni: partite brutte o sporche o di gestione oppure belle, come stasera (e sabato scorso). Conte però merita dieci per altri due motivi. Il primo, scontato, riguarda l’operazione verità sul Che Kvara: la sua chiarezza rivoluzionaria fa diventare due nanetti lo stesso georgiano e anche il Divo Aurelio. Le sue parole risaltano ancora di più nel silenzio degli altri due protagonisti, in particolare del presidente che ha favorito il disastroso remake del caso Osimhen. Diciamolo pure: seppure in un contesto diverso (il Napoli è primo, non dimentichiamolo) l’altro giorno Conte evocava il Mourinho romanista che affrontava i media e i tifosi e si prendeva la responsabilità di parlare, unico e solo. Il secondo motivo discende dal primo. Conte ha marcato la differenza tra progetto e miracolo, operazione in passato non riuscita a Benitez e Ancelotti. Ed è anche nel nome di quella differenza che il Napolista è nato – 10

ARBITRO ZUFFERLI. Mai sentito, né visto. Però bravo – 6,5

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