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Pioli: «Cristiano Ronaldo è maniacale, cura ancora oggi le partite come se avesse vent’anni»

Da Riad: «Mi piacerebbe allenare la Nazionale, ma non chiedetemi di giudicare le scelte di Mancini. All’inizio non riuscivo neanche a guardare le partite del Milan»

Pioli: «Cristiano Ronaldo è maniacale, cura ancora oggi le partite come se avesse vent’anni»
Cm Torino 27/04/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Milan / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Stefano Pioli

Nel corso dell’ultima conferenza stampa tenuta a Riad, Stefano Pioli, allenatore ex Milan oggi all’Al-Nassr, ha risposto a molte domande dei media italiani, impegnati questa sera nel seguire la finale di Supercoppa italiana tra Inter e i rossoneri di Conceiçao.

Pioli: «Non sono più “on fire”: è il passato»

Di seguito un lungo estratto delle dichiarazioni dell’ex allenatore – tra le altre – di Lazio, Fiorentina e Bologna oltre che del Milan:

«Ho visto poco del Milan in questa stagione. All’inizio non mi andava di vederla, era difficile per me. Quindi faccio fatica a dare giudizi in generale: ho visto il secondo tempo di Madrid, giocato bene, una gran vittoria. Invece con la Juventus non è stata una grande partita. Auguro loro sempre il meglio, per quello che ho vissuto con i miei giocatori. Nelle stagioni ci sono momenti belli e anche brutti, non è semplice ma il Milan deve sempre competere per vincere.»

Aveva bisogno di allontanarsi dall’Italia?

«Appena finito il campionato mi sono detto che in Italia non avrei allenato quest’anno, sono stati cinque anni troppo pieni di emozioni. Pensavo fosse giusto così, appena finito il campionato non pensavo di venire ad allenare in Arabia Saudita ma c’è stata questa occasione: mi è piaciuto molto il management del club, ho fatto uno degli incontri più belli della mia carriera da allenatore.

Mi hanno chiesto tutto quello che si deve chiedere a un allenatore. Io parlo per me stesso, non posso parlare per tutta la categoria: quando ho dovuto scegliere l’ho fatto spesso per le sensazioni iniziali e in questo caso sono state molto positive. Il club vuole crescere, il calcio saudita vuole crescere e lo farà. Sono stato accolto benissimo da tutti: non pensavo di venire qui ad allenare ma sono contento di averlo fatto: essere lontano dal Milan credo mi possa far stare bene, fossi stato a casa sarebbe stato peggio. In più mi piace allenare, è la mia passione e, anche se ho incontrato parecchi allenatori che sono stati fermi e mi hanno detto che è bello, io faccio fatica a farlo.»

Ha potuto rivedere i suoi vecchi giocatori, com’è stata quella sera?

«Bellissima, emozionante. Me l’aspettavo così, so benissimo cosa ho vissuto con i miei giocatori e con il club. Quello che abbiamo condiviso è stato un percorso bellissimo, pieno di gioie, anche di delusioni, ma abbiamo dato tutto. Mi ha fatto piacere rivederli, dopo un percorso di questo tipo. Mi aspettavo che fosse così emozionante, l’altro giorno avevo i posti vicino alla panchina del Milan e mi sembrava di essere ancora in panchina (ride, ndr). Il rispetto e la condivisione creati a Milanello rimarranno per sempre. Giroud mi ha chiamato subito dopo aver visto le immagini.»

La Fiorentina ha vissuto la vicenda Bove, le ha ricordato quella di Astori?

«La Fiorentina purtroppo non è fortunatissima in questi episodi, ne sono successi troppi in questi anni. L’ultimo per fortuna si è concluso per il meglio, anche se ci sono stati dei momenti di apprensione e di preoccupazione. Credo che le esperienze passate siano state utili.»

I tifosi del Milan possono fidarsi di Zlatan Ibrahimovic come dirigente?

«Io credo che Zlatan sia una persona molto intelligente, che ha lavorato e lavorerà per fare il meglio per il Milan. Io l’ho conosciuto molto da giocatore e poco da dirigente, l’anno scorso sono andato via poco dopo, ma sono sicuro che darà il massimo. Le aspettative sono altissime, ma spesso non è detto che se non vinci non stai facendo bene. Farà i suoi errori, come tutti, ma imparerà da essi per fare sempre meglio. Se io fossi tifoso del Milan sarei fiducioso in Zlatan.»

Brozovic meglio in squadra che da avversario?

«Sono stato contento quando l’ho avuto, dopo averlo affrontato con l’Inter. È simpatico come ragazzo, matto come un cavallo, però è bello averlo in squadra: è un giocatore fortissimo che ci guida in campo.»

Cosa rappresenta Cristiano Ronaldo?

«Credo che il ruolo di Cristiano vada al di là della sua qualità calcistica, è arrivato qui per dare slancio e non c’è dubbio. Ho allenato tanti campioni, Cristiano è in cima alla lista e vedendolo capisci che la differenza la fa la testa. Adesso ha vinto tutto, è sempre un perfezionista: cura la preparazione alla partita in maniera maniacale, come se avesse vent’anni e dovesse dimostrare tutto. È un campione con una mentalità incredibile, ha un’ossessione incredibile nel preparare tutto, vuole dimostrare di essere qui in Saudi per poter vincere ancora. Non lo conoscevo personalmente, è molto positivo anche per il resto dei compagni e cerca di migliorare tutto quello che si fa.»

Tornando alla Fiorentina, sta seguendo il campionato di Palladino?

«Firenze per me è stata la parentesi più duratura per quanto riguarda la mia carriera sia da calciatore sia da allenatore. La seguo, ma non sto seguendo tanto il calcio italiano, a me piace guardare le partite in diretta e non in differita. Sta andando bene, quando le squadre vanno bene vuol dire che l’allenatore sta lavorando bene, le auguro di fare molto bene e sempre meglio. Il campionato italiano è difficile, in vetta ci sono tre squadre forti con l’Inter favorita. Ma il Napoli è molto ben allenato da Conte e Gasperini continua a fare cose eccezionali all’Atalanta. Ci sarà battaglia fino alla fine, secondo me

La squadra on fire?

«On fire per me deve rimanere legato al Milan. Credo che l’Atalanta vada presa come esempio per quello che sta facendo: vincere l’Europa League contro una squadra imbattuta ed essere nelle prime posizioni in campionato, vuol dire che Gasperini sta facendo un lavoro eccezionale. Credo che le cose funzionino quando la società ha fiducia nell’allenatore. L’Atalanta ha migliorato la squadra prendendo i giocatori più funzionali al gioco di Gasperini, magari non i migliori ma quelli più funzionali: è così che si lavora, credo siano un binomio eccezionale, da elogiare. Vanno bene da anni, non è un caso. Ha avuto annate meno soddisfacenti, ma ha sempre lavorato e nel calcio l’importante è avere continuità.»

Ha visto Conceicao da vicino: l’ha colpito qualcosa in particolare?

«Io l’ho incontrato due o tre volte, è sempre difficile giocare contro di lui. Al Porto mi aveva impressionato, credo sia un allenatore con le idee chiare, penso possa fare benissimo al Milan.»

Le manca il Milan?

«Sì e no, non posso continuare a pensare troppo al passato. È un top club, lasciarlo non è stato facile ma sto guardando avanti e sto bene dove sono. Se mi guardo indietro mi manca, ma sto bene qui.»

La prima immagine se si guarda indietro?

«Tante, sicuramente la festa scudetto ma penso a tutte le emozioni: si era creato un ambiente per il quale era bellissimo andare a lavorare e giocare. Credo che di basa rimanga una cosa: un allenatore va giudicato, con il suo staff, per quello che ha trovato quando è arrivato e per quello che ha lasciato quando è andato via. Sono emozioni che mi rimarranno dentro per sempre: ho imparato tanto dai miei giocatori e da tutti. Ho sbagliato, ma ho sempre imparato: sono uscito dal Milan sicuramente migliore di quello che ero prima di arrivarci.»

Ha incrociato Mancini nella sua breve esperienza da ct saudita?

«Non ho avuto tempo, non ci siamo visti. È venuto Di Biagio a trovarci, quanto a Mancini non posso giudicarlo perché non ho i parametri per farlo.»

Le piacerebbe allenare la Nazionale italiana?

«Mi piacerebbe tantissimo allenare la Nazionale, però adesso mi piace allenare tutti i giorni e credo di voler continuare nei club.»

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