Intervista al Corsport: «Tempo fa, lessi una frase che mi piacque parecchio: “Se un errore non è un trampolino di lancio, è un errore”
Ranieri: «Io sono Benjamin Button…»
Claudio Ranieri intervistato da Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport.
Claudio, ti consideravano esperto già una ventina d’anni fa.
«Io sono Benjamin Button…».
Ranieri sottolinea quasi tutte le risposte con una risatina, la sua inimitabile risatina complice: è l’allenatore del sorriso, della positività e della calma, il rasserenatore che nel 2007 fece dire a Enzo Bearzot, intervistato da Gianni Mura, «mi piace Ranieri, è una persona esperta e pacata, seria e civile. L’uomo giusto per la Juve».
E pensare che avevi annunciato l’addio alle armi.
«Mi credi se ti dico che negli ultimi mesi ho ricevuto più richieste che dopo il trionfo col Leicester? Quando mi sono accorto che c’era ancora voglia di Ranieri, la voglia è tornata pure a me, ma sapevo che l’avrei fatto solo per due squadre, Cagliari e Roma. Mi hanno tirato giù dall’Aventino».
Ranieri parla di come ha trovato la Roma
Come hai trovato la squadra?
«Come tutte le squadre che escono da un esonero. In questo caso addirittura due in pochi mesi. Giù moralmente, ma a posto fisicamente. Con Daniele e Juric avevano lavorato bene sul piano atletico. Io ho semplicemente portato le mie idee, ho provato a stimolare i ragazzi, siamo entrati presto in sintonia. Cosa significa entrare in sintonia? Pensare le stesse cose, dare tutto l’uno per gli altri. Giocare sempre alla morte. Sono uno che in allenamento pretende tanto, quando arriva la partita lascio libertà ai giocatori perché, se hanno lavorato bene, sanno come comportarsi sia difensivamente sia offensivamente. A ogni errore deve corrispondere una reazione, nessuno deve ripensare allo sbaglio che ha appena commesso. C’è tanto tempo ancora. Sbagliamo tutti, in campo, nella vita… Tempo fa lessi una frase che mi piacque parecchio».
Quale?
«Se un errore non è un trampolino di lancio, è un errore».
Ranieri elogiato dal Guardian.