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Shelton: «Mi hanno chiesto se Monfils fosse mio padre, ma lo show non fa per me»

Alla Gazzetta: «A volte mi faccio trascinare dalla gente, ma cerco di restare concentrato sul gioco. Contro Sinner sarà difficile, ma cercherò di non farlo sentire a suo agio».

Shelton: «Mi hanno chiesto se Monfils fosse mio padre, ma lo show non fa per me»
New York (Usa) 07/09/2023 - US Open / foto Imago/Image Sport nella foto: Ben Shelton ONLY ITALY

Ben Shelton sfiderà Jannik Sinner agli Australian Open in semifinale. Il tennista americano ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato della partita che lo attende.

Shelton: «Mi hanno chiesto se Monfils fosse mio padre, ma lo show non fa per me»

Prima Musetti, poi Sonego. Ma adesso c’è Sinner…

«Contro De Minaur ha fatto una partita perfetta. So che non sarà facile, lui è il numero 1, è super motivato perché difende il titolo, e ultimamente con me ha sempre vinto. Io però affronto questa partita con grande entusiasmo e ottimismo perché quando affronti i migliori ti metti alla prova per capire a che punto sei e, soprattutto, hai sempre l’occasione per apprendere qualcosa di nuovo».

Come gestirà tatticamente il match con Jannik?

«Credo che dovrò scegliere i momenti giusti in cui attaccare, avere fiducia nel mio piano di gioco e magari essere un po’ più aggressivo da fondo, anche accettare scambi più lunghi. Oppure, a seconda di come andrà il match, potrei giocare più d’anticipo. Insomma, durante la
partita cercherò di capire in che modo far sentire meno a mio agio il mio rivale».

Dopo la vittoria su Sonego ha scritto sulla telecamera “collaudato per la battaglia”. Che cosa voleva dire?

«Che con Lorenzo è stato un match difficile, anche perché credo di aver avuto una delle mie giornate peggiori al servizio, o almeno così mi ha detto il mio team. Lui, invece, metteva spesso la prima. Ho dovuto adattarmi, trovare soluzioni. È stata una partita importante per la mia crescita».

Giocherà la seconda semifinale Slam della carriera, ma l’ultima risale a un po’ di tempo fa: Us Open 2023… Quanto è cambiato in questi anni?

«Forse le differenze maggiori rispetto al passato le vedo guardando all’Australian Open del 2023: oltre all’esperienza ho sicuramente migliorato a livello di risposta e ho cercato di crescere in tutte le parti del gioco».

Contro Sonego c’è stato un po’ di show. Si è buttato a terra, ha fatto anche le flessioni. Si sente di rilevare il ruolo di show man che è sempre appartenuto a Monfils? 

«Sto cercando di essere sempre più concentrato sul gioco, più che sullo spettacolo. Mi piace stare in campo, mi piace giocare per la gente, e questo a volte mi trascina, mi coinvolge. Nessuno mai potrà essere come Monfils, lui è il più grande di sempre come intrattenitore. Io sto cercando di crescere anche da questo punto di vista e giocare un po’ con i “paraocchi” per non farmi distrarre. Una volta mi ha hanno chiesto se Monfils fosse mio padre, oppure se non mi dispiacesse che con chiunque dovessi giocare la prossima partita, sarei sempre quello per cui nessuno fa il tifo».

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