Alla Gazzetta: «Vorrei fornire modelli standard per la costruzione degli stadi. Bisognerebbe premiare le società che puntano sui giovani o nelle infrastrutture per i vivai».
Il neo presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha spiegato i prossimi obiettivi del massimo campionato italiano.
Simonelli: «Non è eresia chiedere una percentuale dalle scommesse calcistiche»
Simonelli, come alimentare la ritrovata compattezza?
«Ho trovato una Lega molto unita e coesa, desiderosa di essere considerata un interlocutore importante e affidabile da tutti gli stakeholders. Abbiamo risolto nel giro di venti giorni la composizione della nuova governance, segno dell’evidente desiderio da parte di tutti di iniziare un nuovo ciclo. Il resto lo faranno la credibilità e i comportamenti di tutti».
Si aspettava le discussioni seguite alla sua nomina?
«È mia intenzione guardare avanti. E oggi posso tranquillamente affermare di avere il sostegno di un numero ancora più ampio di società. Voglio essere garante nei confronti di tutte le squadre, rispettando in primis lo statuto della Lega».
Partiamo da quello che ha definito un chiodo fisso: la valorizzazione dei vivai. Come farlo?
«È fuori dubbio che per le società di calcio i vivai siano investimenti in “ricerca e sviluppo” e come tali andrebbero trattati. Una defiscalizzazione per incentivare il lavoro sui ragazzi sarebbe una misura più che sensata con l’obiettivo di premiare le società che puntano sui giovani o nelle infrastrutture per i vivai. Società che così lavorano per loro ma anche per il futuro del calcio italiano e della Nazionale».
Nuovi stadi e burocrazia da alleggerire. È un’altra delle sue priorità?
«Certamente. In Italia abbiamo stadi vecchi, con 66 anni di età media e una proprietà per lo più pubblica. Negli ultimi 15 anni in Europa sono stati costruiti 213 stadi, solo 5 di questi in Italia, è evidente che qualcosa non funziona. Mi piacerebbe poi poter fornire dei modelli standard a chi deve costruire uno stadio, ovviamente con varie declinazioni, e affidare alla Lega una sorta di regia unica che genererebbe un risparmio sui costi. Il pubblico del calcio merita stadi adeguati oltre che, naturalmente, sicurezza per la quale pensiamo all’inserimento del riconoscimento facciale all’ingresso, utilissimo anche per snellire le lunghe procedure di entrata».
Altra questione sul tavolo: le scommesse. Ottenere una quota sulle scommesse realizzate puntando sugli stessi eventi prodotti dal sistema?
«È un altro degli obiettivi che il calcio italiano si pone e porrà sui tavoli preposti, si pensi che in Italia nel 2023 sono stati raccolti 14,8 miliardi di euro dalle scommesse sul calcio, non sarebbe un’eresia chiedere una percentuale per chi genera oltre 370 milioni di euro annui di gettito erariale».
Prima del suo arrivo i club erano concordi sul tema dell’autonomia e del modello Premier: ora la Serie A continuerà nelle proprie rivendicazioni indipendentiste?
Simonelli: «La Serie A ha ritrovato la necessaria armonia per operare nell’ambito dei rapporti con la Figc, che è l’interlocutore istituzionale per le nostre istanze. Abbiamo ottenuto un consigliere in più e l’autonomia che ci consentirà di operare in accordo e nel rispetto dei rispettivi ruoli, senza strappi».
Vi divide la questione relativa al Decreto Crescita. Perché è tanto importante per il calcio?
«Prima di tutto va rivista la narrazione degli stranieri che bloccherebbero la crescita dei giocatori italiani ed è innegabile l’alta qualità dei calciatori arrivati grazie al Decreto Crescita e che come siano stati di stimolo per i nostri ragazzi. Inoltre, i numeri dimostrano che l’abolizione del Decreto non ha portato a una diminuzione del numero di calciatori stranieri arrivati in Italia, anzi: nella attuale stagione di A la percentuale degli stranieri utilizzati è salita al 67,2% rispetto al 63,9% della precedente. In realtà ha semplicemente inciso sulla qualità dei nuovi arrivi dall’estero avendone abbassato il livello; dall’altra parte è stata ridotta la capacità dei nostri club di offrire stipendi adeguati ai fuoriclasse stranieri. Il calcio vive di competitività a livello internazionale e più la Serie A sarà forte grazie a campioni, italiani o stranieri che siano, più introiti avrà. E di tutto questo ne beneficeranno a cascata anche le categorie inferiori grazie alla mutualità».
Se si parla di ricavi, quali scenari futuri e obiettivi per incrementare i diritti tv?
Simonelli: «Stiamo facendo grandi passi avanti per migliorare la qualità del prodotto e ingrandire la torta dei ricavi evitando che una parte vada dispersa a causa della pirateria che comunque, grazie anche all’aiuto delle istituzioni, stiamo efficacemente contrastando. Il nostro amministratore delegato Luigi De Siervo sta facendo un grandissimo lavoro sul tema».