Non riesce a ottenere l’ennesima vittoria immeritata e ora è due punti sotto il Napoli (a parità di patite giocate)
Stavolta l’Atalanta non la sfanga nel finale: 0-0 a Udine e deve ringraziare Carnesecchi e Sanchez.
Il proverbiale culo dell’Atalanta stavolta non funziona. Almeno non del tutto. La squadra di Gasperini era reduce da cinque risultati utili consecutivi (quattro vittorie e un pari) maturati tutti nel finale dopo aver sofferto moltissimo: contro la Roma, il Cagliari, il Milan, l’Empoli e la Lazio. A Udine l’Atalanta invece non è riuscita a ottenere l’ennesima vittoria immeritata. Ha pareggiato 0-0 e deve ringraziare Sanchez che ha colpito un palo e una traversa (clamorosa la traversa a botta sicura) e Carnesecchi autore di una doppia parata prodigiosa nel primo tempo. Adesso l’Atalanta ha le stesse partite giocate dal Napoli (19) e due punti un meno: 42 versus 44. Il Napoli giocherà domani contro il Verona mentre l’Atalanta recupererà il 14 gennaio contro la Juventus.
Rocchi ammette i due errori in favore dell’Atalanta: «c’erano i rigori per Cagliari e Udinese»
Il designatore arbitrale Gianluca Rocchi, intervistato dal GR Sport per Zona Cesarini su Radio 1, ha ammesso gli errori di questa prima parte di stagione e ha ammesso i due errori che hanno favorito l’Atalanta di Gasperini.
Come riporta Repubblica:
«I “rigorini”? Stiamo cercando di combatterli: in effetti abbiamo avuto una giornata brutta, la settima, in cui ne abbiamo concessi nove e qualcuno inappropriato. Però, specialmente negli ultimi turni, siamo tornati a dare quelli giusti. L’importante è fischiare un rigore quando c’è qualcosa di importante, perché può decidere il risultato».
La settima di campionato terminò con Fiorentina-Milan di domenica 6 ottobre, con tre rigori concessi dall’arbitro Pairetto (e tutti e tre sbagliati).
Rocchi si sofferma sugli errori che hanno favorito l’Atalanta
Poi la parentesi Atalanta:
Rocchi ha poi ammesso un paio di errori molto evidenti, come il rigore non concesso al Cagliari, nella partita in casa con l’Atalanta, per un tocco di braccio di Kossounou: “Dico sempre ai miei arbitri: quando la pancia vi dice rigore, nel 98% di casi è rigore. In quell’occasione l’arbitro si è fatto portare non dalla pancia, ma da un ragionamento sul rimpallo: se avesse seguito la pancia, avrebbe concesso il rigore”. Altro episodio con la capolista in campo, il rigore non concesso all’Udinese per un altro tocco di braccio, quella volta di Hien: “Un errore di superficialità, mi è dispiaciuto perché è era evitabilissimo: queste cose dobbiamo eliminarle, perché così ci facciamo del male da soli”.
Rocchi si è schierato contro il Var a chiamata: «Il Var a chiamata deresponsabilizza molto, mettendo la responsabilità della chiamata in capo al club o all’allenatore di turno. Credo che invece noi dobbiamo lavorare cercando di costruire ragazzi che siano capaci di decidere di fronte al monitor, di scegliere quando intervenire o meno da Lissone (la sala Var centralizzata), cioè quando un episodio è chiaramente errato o no. Perché il Var deve essere usato solo per episodi evidenti e seri. Non dobbiamo fare la moviola in campo».