Attenzione perché il Napoli di Conte non solo vince 2-0 col Verona ma corre, aggredisce e segna pure. Per fortuna nel calcio contano ancora i risultati
Toh, su Conte avevano ragione Bonucci e Buffon e non @costruzionedalbasso75
Il fatto è serio, si dice a Napoli. Il termometro della preoccupazione sta salendo vertiginosamente lungo l’asse Milano-Bergamo. Da quelle parti, soprattutto nella Milano interista, la preoccupazione per il Napoli di Conte è sempre stata da allarme rosso. Figuriamoci adesso. Conoscono il tecnico, sanno di cosa è capace. Non possiamo che confermare anche qui, dove i critici di Conte in questi mesi si sono sprecati.
In pochissimi mesi, Conte ha trasformato il Napoli. Altro che chirurgia estetica. Qua siamo al trapianto globale. Esattamente un girone dopo il disastro di Verona, il Napoli è tornato ad affrontare i gialloblù e ha disputato una partita di grande maturità. Gli azzurri non hanno quasi mai smesso di aggredire, di attaccare, di accelerare. È finita 2-0 ma il Napoli ha sprecato tanto. Ha creato volume di gioco che avrebbe dovuto produrre ancora più gol. Va ricordato non tra parentesi che il Napoli ha giocato senza Buongiorno (è assente da quattro partite). Senza Olivera. E senza Kvaratskhelia che sembra sulla strada di Parigi, sempre che il Psg sganci i soldi.
Una doverosa premessa: siamo innamorati di Kvaratskhelia. È uno dei pochi calciatori che ha fatto realmente breccia nel nostro cuore. Ma non possiamo esimerci dal notare che da quando gioca Neres, il Napoli segna di più. Tre gol a Udine, due al Genoa, tre alla Fiorentina, due al Verona. Il Napoli resta la miglior difesa della Serie A (12 gol subiti in venti partite, di cui tre reti incassate a Verona alla prima giornata), ora è diventato il quarto miglior attacco della Serie A con 32 reti.
Soprattutto, il Napoli ogni settimana sembra sempre più una squadra di Conte. Che, giustamente, ha iniziato il trapianto dalla fase difensiva. E piano piano è passato a quella offensiva. In troppi dimenticano che ha preso il Napoli dalla sala rianimazione. Il Napoli era un organismo allo sbando, quasi in coma. Tutto il Napoli: dalla società alla squadra.
Incredibilmente oggi nel calcio chiunque ha diritto di parola, dai social alla tv. E invece passano quasi inosservate le dichiarazioni di chi di calcio ne capisce veramente. La scorsa estate Buffon disse: «Lo dico adesso, poi non dirò più nulla: con Conte il Napoli arriverà primo o secondo». Oggi a Sky Sport Bonucci – un altro che di calcio qualcosina mastica – a proposito di Thiago Motta ha detto: «Bisogna dargli tempo e fiducia. Mi ricordo che solo un allenatore è riuscito a fare qualcosa di veramente straordinario ed è stato Conte che in pochi mesi ha cambiato e ha riportato la Juventus alla vittoria». Ma viviamo tempi in cui le parole di Bonucci e Buffon valgono quanto quelle di @costruzionedalbasso75. Bisogna resistere, resistere, resistere. Come disse quel tale, sbagliando bersaglio.
Vogliamo parlare di Napoli-Verona? Partita a senso unico ma il Verona è squadra tosta. Il Napoli non si è quasi mai distratto, altrimenti avrebbe subito gol. Neres è stato devastante sulla sinistra, ha servito assist al bacio. Un’ala vecchio stile, alla Claudio Sala. Lukaku ha giocato bene, checché ne dicano i rumoreggiatori. Il primo gol, al quarto minuto, è nato da un suo assist in posizione di centroboa. Assist per Di Lorenzo, sinistro a giro: palo e carambola su Montipò. Uno a zero. Anguissa si è divorato un gol, McTominay un altro. Meret ha rischiato la papera del secolo. Nel secondo tempo, salvataggio sulla linea di Faraoni su colpo di testa di Rrahmani. Poi, il raddoppio di Anguissa che dopo due tiri da ciabatta dell’anno ha indovinato un magnifico sinistro da fuori area.
La partita è terminata lì. Il Napoli anaconda ha finito con lo stritolare il Verona. Si conferma in testa alla classifica con 47 punti. L’Inter può scavalcarlo perché ha quattro punti e due partite in meno. L’Atalanta non più, è a meno cinque. Sabato prossimo c’è Atalanta-Napoli e al massimo Gasperini ci arriveranno a meno due. Ad ascoltare la critica, sembrava che ci fossero venti punti tra Gasperini e Conte. Per fortuna, le partite di calcio si decidono ancora con i gol. Il calcio con i giudici e le palette coi voti non è ancora passato. Resistere. Resistere. Resistere.