I gialloblù nelle ultime sette partite avevano raccolto due punti. In 90 minuti più recupero ne sono arrivati tre. Non sempre gli esoneri sono sbagliati
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A Parma ci voleva il cambio di allenatore per tornare a vincere: via Pecchia, dentro Chivu e 2-0 al Bologna
Ci sono volte in cui il cambio di allenatore è sacrosanto. Non è affatto vero che sempre l’allenatore paga colpe con sue. Spesso magari, ma non sempre. A Parma, ad esempio, è bastato sostituire Pecchia con Chivu per tornare a vincere. Il Parma non vinceva da sette partite: cinque sconfitte e due pareggi dopo la vittoria sul Monza. Poi, l’esonero di Pecchia. E la vittoria. Vittoria importante, anche di peso: 2-0 nel derby contro il Bologna.
A fine gara Chivu si è complimentato con Pecchia:
“I meriti vanno soprattutto a Fabio Pecchia, per il lavoro straordinario svolto con questa squadra. Ho trovato un gruppo pronto a sfidare un avversario di grande valore come il Bologna, una squadra costruita per giocare in Champions League. Il mio obiettivo era ridare energia alla squadra e i ragazzi hanno risposto alla grande, adattandosi subito alla realtà del Parma, consapevoli dell’importanza di conquistare punti. In questi giorni abbiamo parlato molto, cercando di trovare le giuste motivazioni per riaccendere l’entusiasmo. Spero che questa vittoria possa regalarci un po’ di serenità per affrontare al meglio le prossime sfide.“
Anche il Parma si è arreso: Pecchia esonerato. Il Napoli di Conte gli sarà sempre grato (Il Napolista)
Veni, vidi e basta. Con tanto di grancassa mediatica. Potrebbe essere l’epitaffio dell’esperienza professionale di Pecchia al Parma. Alla fine anche il Parma si è arreso e ha scelto di esonerarlo. A Pecchia va riconosciuto il grande merito di aver portato la squadra in Serie A (così come aveva fatto con la Cremonese e quasi dieci anni fa col Verona). A Parma aveva cominciato bene, battendo il Milan. Ma poi è diventato portabandiera del calcio contemporaneo, il football che pare infischiarsene dei risultati. Con una serie di sconfitte assurde.
Pecchia chiude il suo campionato con 20 punti in 25 giornate, una differenza reti di -15 e appena 4 vittorie. Il tutto dà come risultato un 18esimo posto che rischia di far ritornare il club nella serie cadetta.
E dire che la scorsa stagione il Parma aveva dominato la Serie B. Ai blocchi di partenza, la salvezza della squadra allenata da Pecchia era data quasi per scontata.
Di Pecchia resteranno le innumerevoli dimostrazioni che a calcio non basta giocare meglio dell’avversario. Il Napoli gli deve tanto. Fu lui alla terza giornata a dare entusiasmo a una squadra che era partita col piede sbagliato. Quella rimonta propiziata da una gestione sciagurata dei cambi fu una mano santa. Espulso il portiere Suzuku, fu costretto a schierare in porta il difensore Delprato che pur essendo alto 1,86 sembrava minuscolo in quella porta. Senza quella vittoria sul Parma, non saremmo mai stati primi adesso.
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