A La Stampa: «Io troppo gentleman? Non cambierò mai il mio modo di essere, quando c’è bisogno sono più aggressivo. Mi offro per gli allenamenti di Sinner»

Pecco Bagnaia, pilota Ducati, intervistato da La Stampa in occasione dell’inizio del Motomondiale in Thailandia. Alla quarta stagione in Ducati, ha un compagno di scuderie niente male. l’anno scorso il terzo gli. Marc Marquez è il nuovo e ingombrante compagno di squadra.
Bagnaia: «Io troppo gentleman? Non cambierò mai il mio modo di essere»
Oggi le pre-qualifiche del gp di Thailandia. Alex Marquez, in sella alla Ducati Gresini, ha firmato il miglior tempo assoluto. Dietro di lui il fratello maggiore Marc, in sella alla Ducati. Fuori dal Q2 il tre volte campione del mondo Francesco Bagnaia. Le sue parole a La Stampa.
Ha detto che anche in viaggio di nozze con sua moglie Domizia ripensava al titolo perduto. Era diventato un chiodo fisso?
«Non la chiamerei un’ossessione, ma un punto da cui iniziare a riflettere per capire dove migliorare. Non si può definire il 2024 una stagione negativa, dal momento che sono stato il pilota che ha vinto nettamente più gare di tutti gli altri. Bisogna prendere gli aspetti positivi e analizzare quelli negativi. Non ho neppure guardato quei Gp in cui ero andato bene, mentre ho passato il tempo a osservare quelli in cui avevo avuto un bel da fare».
Davide Tardozzi, il suo team manager, le ha rimproverato di essere troppo gentleman.
«Non cambierò mai il mio modo di essere, rimarrò sempre quello che sono. Mi sembra che sia già abbastanza chiaro: quando ce n’è bisogno sono capace di essere più aggressivo, come è normale che sia».
In tanti prevedevano scintille fra lei e Marquez, invece sembrate una coppia affiatata. Se lo aspettava?
«Mi ritengo una persona intelligente e dico di sì, ma so che si cerca di creare contrasti perché è più bello scrivere di una rivalità più accesa. Però, non è stato così e da parte mia non lo sarà mai. Mi aspettavo che sarebbe arrivato un ragazzo con tanta esperienza e con molto da portare a un team che già funziona benissimo. Vederlo adattarsi così veloce
mente al nostro metodo di lavoro è stato positivo».
Marquez è un’opportunità per dimostrare ai detrattori che può batterlo anche ad armi pari?
«Questo non mi riguarda. Non ho nulla da dimostrare. Sicuramente, a livello mediatico, la sua presenza porterà molta più attenzione sulla squadra, ma a me interessa essere campione del mondo per me stesso, non perché ho battuto un pilota piuttosto che un altro».
Non è ancora pronto per realizzare il sogno di giocare con Sinner?
«In questi tre mesi Jannik può allenarsi solo con chi è fuori dal circuito, quindi io sono disponibile. Mi offro!».
Che idea si è fatto sulla vicenda doping che lo ha coinvolto?
«Non entro nel merito. Mi ha fatto riflettere, bisogna sempre stare attenti e avere paura di qualsiasi cosa».
Lei è molto impegnato nella beneficenza, ha devoluto i regali di nozze all’UGI, l’unione genitori italiani contro il
tumore dei bambini. Sente di dovere ridare indietro qualcosa?
«A me non piace parlarne, non sono cose da pubblicizzare. Io sono stato molto fortunato: ho avuto, ho e avrò tanto, molto più di quanto abbia bisogno. Quindi se posso dare una mano, lo faccio più che volentieri».