Il cantautore al Corriere della Sera: “Ero un buon tennista, avevo la stessa maestra di Panatta, lui mi disse “a ragazzì, vedi d’annattene”
Luca Barbarossa una volta ha nascosto Maradona dietro l’impianto audio. E poi ha duettato con lui. Non ci sono prove di quella serata alle Terme d’Agnano del 1987, ma “non è strano – racconta al Corriere della Sera – è oggi che la gente pensa a fotografare, all’epoca ti godevi il concerto, ascoltavi la musica“.
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Maradona, dunque: “Io sapevo che Diego apprezzava alcune mie canzoni, però in quegli anni per lui era impossibile anche solo fare un pezzo di strada a Napoli: la folla impazziva, davvero rischiava di farsi male per l’affetto dei tifosi. Così quella sera tutto era pronto alle Terme di Agnano, quando lo staff di Maradona ci disse che lui avrebbe avuto piacere di partecipare. “E dove lo mettiamo?”, fu la mia domanda piena di gioia, ma anche di sgomento: l’ordine pubblico nei concerti è una cosa seria. Il mio manager allora ebbe un’idea: letteralmente lo nascondemmo dietro l’impianto audio, in modo che nessuno potesse vederlo. Solo alla fine, sulle note di Roma Spogliata, lo chiamai sul palco a duettare con me. Le lascio immaginare la reazione del pubblico: una follia collettiva”.
Barbarossa è stato teatrante, cantautore, scrittore, conduttore. Ma anche tennista: “Ho avuto la stessa insegnante di tennis di Panatta, la mitica Wally San Donnino, una modenese severissima. La mattina andavo a scuola a Monteverde, poi mangiavo in trattoria e andavo a fare i corsi di tennis. Lui aveva una decina di anni più di me ma era il mio idolo. Io ero un infiltrato mezzo nascosto dietro le quinte. Me lo ritrovai davanti. Presi fiato, stavo per fargli la domanda della vita, ma lui mi guardò e mi liquidò con un “’a ragazzì, che stai a ‘ffa, vedi d’annattene”, disse scherzando. Ma avevo già capito che non sarei mai diventato Panatta”.