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Bellucci: «Mi ispiro ad Agassi, da quando mio padre non è più mio coach sono migliorato»

A Repubblica: «Abbiamo avuto qualche discussione, poi sono entrato tra i primi 200 e ho anche un mental coach. Non ho un grande fisico, devo sopravvivere con tecnica e fantasia».

Bellucci: «Mi ispiro ad Agassi, da quando mio padre non è più mio coach sono migliorato»
Italy's Mattia Bellucci returns the ball against Greece's Stefanos Tsitsipas on the fifth day of the ATP Tour Rotterdam Open tennis tournament at the Ahoy venue in Rotterdam, on February 7, 2025. (Photo by Sander Koning / ANP / AFP) / Netherlands OUT

Il tennista Mattia Bellucci, in semifinale all’Atp di Rotterdam (oggi alle 15 sfida De Minaur), ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui si racconta.

Bellucci: «Mi ispiro ad Agassi, da quando mio padre non è più mio coach sono migliorato»

La passione per il tennis nasce in famiglia…

«Mio padre è maestro di tennis, la prima racchetta me l’ha data lui. E mi ha messo davanti alla tv a vedere le partite in cassetta di McEnroe, Leconte, Courier, Sampras. E Agassi, soprattutto».

La bandana è un omaggio ad Agassi?

«Sì, mi ispiro a quel tennis. Non ho un gran fisico, anche se l’Atp mi toglie sempre 5 cm. Sono alto 1,80 cm e devo sopravvivere con la tecnica e la fantasia».

Il rapporto con suo padre-allenatore, dal punto di vista sportivo, a un certo punto si è interrotto…

«Ho voluto cambiare alcune cose, era importante fare un passo oltre. Abbiamo avuto qualche discussione, lui inizialmente non ha preso bene la mia decisione. Parlano però i risultati: sono entrato nei primi 200 e ho anche un mental coach che mi aiuta a stare concentrato per tutta la partita».

A che punto della sua carriera è arrivato?

«Quello di non dovermi preoccupare di vincere per accumulare premi e potermi permettere questa vita. La luce può spegnersi in qualsiasi momento. In questi ultimi giorni ho vinto come sognavo di vincere, con il mio gioco. Non so farne un altro. Mi sto scoprendo, e sta funzionando».

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