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Berrettini incanta a Doha battendo Djokovic per la prima volta in carriera

L’azzurro ha sconfitto il serbo in due set 7-6, 6-2, a fine partita si sono salutati con un abbraccio. Domani affronterà Griekspoor agli ottavi.

Berrettini incanta a Doha battendo Djokovic per la prima volta in carriera
Italy's Matteo Berrettini reacts after winning the final match against France's Quentin Halys at the Swiss Open tennis tournament in Gstaad, on July 21, 2024. (Photo by GABRIEL MONNET / AFP)

E’ il Matteo Berrettini show contro Novak Djokovic. Al Qatar Open l’azzurro debutta battendo il serbo, per la prima volta, in due set (7-6, 6-2) in poco più di 90 minuti di gioco.

Nel primo set ha faticato rispetto al secondo, dove Djokovic è calato fisicamente. A fine partita i due si sono salutati con un abbraccio.

Domani pomeriggio Berrettini tornerà in campo contro Tallon Griekspoor per gli ottavi di finale.

A fine gara ha dichiarato:

«Battere Djokovic è una delle cose che aspiravo a fare da anni. Ho giocato contro di lui in alcuni dei più grandi tornei del mondo, è stato un onore condividere il campo con lui anche se mi sarebbe piaciuto vincere almeno una di quelle partite. Ho lavorato molto duramente per tornare qui e a questo livello, tutto il lavoro fatto negli ultimi mesi ha pagato, oggi si è visto. Mi mancava solo giocare match, soprattutto come questo. E la cosa più importante è che mi sono goduto ogni momento».

Berrettini: «Sono arrivato alla convinzione che stare bene sia la cosa più importante»

L’intervista al Corriere della Sera.

Si parla spesso di amicizia ma esiste l’amicizia nel tennis? Italiani a parte, non si è notata una grande empatia nei confronti di Sinner.

«Io sono amico di tutti e migliore amico di nessuno. I miei veri amici non sono i miei colleghi ma non perché mi stiano antipatici. I veri amici si costruiscono dall’infanzia, col tempo, vanno coltivati. Ai tornei crei il tuo nucleo, la tua squadra. È chiaro che con Sonego, Bolelli e Vavassori ho un rapporto più intimo: ci conosciamo da una vita. Ma se Vava si molla con la fidanzata non viene a raccontarlo a me… Nei momenti di crisi non ti rivolgi al collega ma all’amico. Stiamo parlando di amicizie di lavoro. E alla base di tutto deve esserci il rispetto, che spesso manca».

Tra poco saranno 29 anni: come si vede nel futuro?

«Spero di evolvermi ancora un pochino, rimanendo attaccato alla persona che sono. Non vorrei mai guardarmi allo specchio e chiedermi: oddio cosa sono diventato? Nel percorso che sto facendo, questa è la priorità. I risultati non contano granché se non sono accompagnati da una coerenza e da un benessere personale. Non che mi piaccia meno di prima competere e vincere però sono arrivato alla convinzione che stare bene sia la cosa più importante. La popolarità tende a cambiarti: credo di essermi ritrovato l’anno scorso. Sono e rimarrò un ragazzo che si impegna».

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