A La Stampa: «Alla Juve il merito è in gran parte suo e delle sue idee, è stato il primo a fare qualcosa di diverso»
Leonardo Bonucci intervistato da La Stampa. Parla ovviamente di Juventus ma anche di Conte e della Nazionale.
Un titolo dopo l’altro.
«Io, Chiello e Barza, lasciando un attimo in pace Gigi, giocavamo per esaltare le qualità dell’altro: la complementarità nasce così e, così, i difetti sparivano e venivano a galla i pregi. E poi…».
E poi?
«Antonio (Conte, ndr): il merito è in gran parte suo e delle sue idee, oggi, rinnovate, ma pur sempre valide. Il primo a fare qualcosa di diverso è stato lui».
Corsa scudetto: Napoli, Inter o Atalanta?
Bonucci: «Vedo il Napoli favorito, Conte in queste condizioni non sbaglia mai».
Restiamo con l’azzurro addosso. C’è un momento in cui tutta la grandezza di Gianluca Vialli l’ha toccata da vicino?
Bonucci: «A Palermo avevamo perso il Mondiale in Qatar davanti alla Macedonia e il giorno dopo mi ritrovo a Coverciano seduto sulla panchina vicino alla fontana. “Devi reagire, non pensare che sia tutto finito…i giovani hanno bisogno del tuo esempio”: le parole di Gianluca mi fanno scattare una scintilla, una persona che sapeva a cosa stava andando incontro mi parlava di qualcosa che doveva riprendere vita».
Otto mesi prima della Macedonia c’era stata la magia degli Europei…
«Una magia. Il ct Mancini mi aveva sorpreso e stregato: insegnare calcio e, allo stesso tempo, gestire il gruppo come fece lui non lo avevo mai visto».
Chiellini sta per alzare la Coppa, lei scherza: “Ne avete da mangiare di pastasciutta ancora…”.
«Era rivolto a tutti quelli che ci vedevano fuori già agli ottavi: ex calciatori, tecnici, addetti ai lavori».
Da lì a qualche giorno la foto con lei e Chiellini forchetta in mano e piatto di spaghetti davanti.
«Giorgio non voleva, lui è più riservato. Ho insistito e quell’immagine è diventata virale, ho avuto ragione io».