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Conte aveva indicato Zaccagni per il post Kvaratskhelia, alla fine è arrivato Okafor (Il Messaggero)

De Laurentiis aveva chiamato Lotito, anche l’agente del giocatore Giuffredi si era attivato. Mattia gli avrebbe fatto comodo, ma ha subito detto no in privato e in pubblico

Conte aveva indicato Zaccagni per il post Kvaratskhelia, alla fine è arrivato Okafor (Il Messaggero)
Mg Bergamo 23/10/2022 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Lazio / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Mattia Zaccagni

Tra due giorni si gioca Napoli-Lazio e il Messaggero lancia il retroscena di mercato. Conte aveva indicato Zaccagni per il post Kvaratskhelia. De Laurentiis ha chiamato Lotito, presidente Lazio, per verificare la fattibilità dell’affare. Purtroppo Zaccagni è rimasto alla Lazio.

De Laurentiis ha chiamato Lotito per Zaccagni

Scrive il Messaggero:

Freccia a sinistra per provare a ridurre dieci punti di distacco. Intanto, salutiamo pure il Napoli capolista, ma Zaccagni dopodomani pomeriggio giocherà ancora con la Lazio. Non sembra averlo sfiorato il corteggiamento azzurro di gennaio. De Laurentiis aveva chiamato Lotito perché Conte lo aveva indicato per il dopo-Kvaratskhelia, ma alla fine si è ritrovato con Okafor. Ironia del destino, pure Neres ora è infortunato e sabato il tecnico dovrebbe preferire ad dirittura Raspadori all’ultimo rinforzo. Mattia gli avrebbe fatto comodo, ma ha subito detto no, prima in privato e poi in pubblico: «Il mio futuro è qui, amo città e tifosi, non ho alcuna intenzione di andarmene. Voglio togliermi ancora grandi soddisfazioni con questa maglia addosso».

C’era stato un sondaggio con il manager Giuffredi, era stata paventata alla Lazio la possibilità di mettere 20 milioni a bilancio. Secca la chiusura anche da Formello. Nessuno al momento può rompere questo saldo matrimonio.

Buongiorno può tornare contro la Lazio e a sinistra ballottaggio Juan Jesus-Mazzocchi (Gazzetta)

Scrive la Gazzetta dello Sport con Antonio Giordano:

Il Napoli ha pagato a Roma un’ingenuità al 93’, che sono costati due punti, e con l’Udinese un pasticciaccio collettivo, che due minuti dopo l’euforia per la rete di McTominay è diventata una doccia gelata. S’è aperta insomma qualche crepa nel muro o forse nelle certezze d’una fase difensiva divenuta ad un certo punto una specie di assicurazione sulla vita tranquilla. E basta poco, a volte persino niente, pure un alito di vento, per togliere le sicurezze conquistate in sei mesi di coperture delle diagonali di passaggio, di densità, di quel vocabolario dal quale inaspettatamente compare minacciosa la parola: paura!

Però dall’infermeria arrivano segnali confortanti: Buongiorno sta meglio, ha visto due partite dalla panchina, sta procedendo a passi da gigante verso il recupero, potrebbe rientrare all’Olimpico, contro la Lazio, andando a formare di nuovo la coppia di granito con Rrahmani, e consentendo a Conte di aprire al ballottaggio a sinistra tra Juan Jesus e Mazzocchi, da ipotizzare eventualmente nelle diverse nature delle partite all’orizzonte. Il tandem centrale ne ha giocate quindici assieme, con una media che aiuta a comprendere: sette reti subite, tre delle quali con l’Atalanta. Pure per Watson sarebbe elementare. 

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