Al Corriere della Sera: «Tenere Marquez e Martin insieme era il nostro obiettivo, ma non è stato possibile. Con Bagnaia diversi per stile di guida, ma uguali per determinazione e professionalità»

Gigi Dall’Igna, il direttore generale di Ducati corse spiega pregi e differenze di Pecco Bagnaia e Marc Marquez al Corriere della Sera.
«Due piloti diversi per stile di guida, ma uguali per determinazione e professionalità». La stagione della MotoGp parte domani.
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Dall’Igna: «Volevamo tenere Martin e Marquez»
Due piloti diversi, per carattere e storia personale. Lo saranno anche nell’approccio alla gara?
«Onestamente non vedo grosse differenze, sono due campioni, due professionisti che si allenano in egual misura, uno, Bagnaia, supportato dall’accademy (fondata da Valentino Rossi, ndr) l’altro in totale autonomia».
Chi dei due guiderà lo sviluppo tecnico?
«A novembre, a Valencia, abbiamo fatto il primo test con Marc e i suoi commenti erano molto allineati a quelli di Pecco. Certo, hanno stili di guida differenti e mi aspetto che chiedano qualcosa di diverso. Ma di norma ciò che migliora l’uno, migliora anche l’altro. Ad ogni modo siamo pronti a seguire le richieste di entrambi».
Quando si è concretizzata l’idea di portare Marquez sulla Ducati ufficiale?
«Abbiamo aspettato i primi mesi del 2024 per decidere. È stata una scelta difficile, perché abbiamo dovuto rinunciare a Martin (passato in Aprilia, ndr), ma crediamo di aver fatto la scelta giusta».
La Ducati avevate già uno squadrone vincente. Davvero c’era bisogno di lui?
«Lui ha rinunciato a tanto per venire in Ducati e questo conta molto, sul piano della determinazione, della volontà, della voglia di raggiungere un obiettivo che è sempre la cosa principale nello sport. La mentalità, l’approccio ai problemi sono determinanti. Veloci lo sono in tanti, campioni veri in pochi… Ricordiamoci a che cosa ha rinunciato».
Si riferisce al mega stipendio che riceveva dalla Honda?
«Non solo, ha rinunciato alla sua posizione di pilota ufficiale, si è rimesso in gioco, ripartendo da zero. Chi altri ne sarebbe capace?».
Non era possibile tenere lui e Martin insieme?
«Era il nostro obiettivo, ma non è stato possibile».
Tra due anni il regolamento tecnico cambierà e si ripartirà da capo. Una nuova sfida anche per dall’Igna?
«Siamo arrivati al limite con le prestazioni, soprattutto nelle velocità di punta che aumentando ancora renderebbero inadeguati i circuiti. Incompatibili con gli attuali spazi di fuga. Mi aspetto che le prossime moto vadano più piano».